giovedì 29 maggio 2014

Le top 10 sono il nuovo cazzo (che era la nuova figa)

Mi è venuto di fare questa top 10 sulla scia di quelle pubblicate da un po' di tempo a questa parte da quelli di Animeclick. Chiaramente si parla di fumetti giapponesi (manga non me lo sentirete usare quasi mai, forse solo nei tag che metto al post, ma ancora non lo so).
Mi sto rendendo conto che, man mano che il tempo passa, la gente comincia ad avvicinarsi ai fumetti sempre più tardi. Sto notando che la gente con cui parlo, da qualche anno a questa parte, quando si parla di fumetti, è magari ferrata sull'attualità o sul recentissimo passato, ma niente di più. Non mi riferisco alla memoria storica, non dico che devi conoscere tutto quanto di tutto di tutti, però l'impressione è che non si cominci a fruire di qualsiasi tipo di fumetti, fossero anche quelli porno (sempre siano -lodati), prima tipo dei 17-18 anni. Che, se vogliamo, da un certo punto di vista va anche bene, perché più o meno è quello il periodo in cui cominci a capire esattamente cosa ti piace e cosa no, però cazzo, i fumetti sono o non sono sempre stati una cosa per bambini? Ora, va bene che quando si è adolescenti si vuole sempre sembrare più grandi e tutte quelle cazzate là, però che fine hanno fatto i brufolosi che leggono Spiderman e Batman? Che fine hanno fatto quelli che comprano Dragon Ball dopo che hanno sentito che il cartone in tv è stato censurato? Cioè, io ricordo che queste figure erano non dico frequenti, ma c'erano, era tutto vero, la realtà era quella. Quand'è che il fumetto (quantomeno quello mainstream) è passato dall'essere un mezzo nazionalpopolare ad essere una cosa "da intenditori" o, peggio ancora, ma molto molto molto molto molto peggio, "da nerd"? Ridatemi il fumetto nazionalpopolare, ridatemi i bimbi che leggono Topolino e comprano le figurine dei calciatori e si picchiano perché il bimbo stronzo di turno t'ha inculato e ti ha dato solo due doppie della serie B per uno scudetto, quel pezzo di merda. Ridatemi i ragazzini che vanno in edicola a comprare Dragon Ball, la rivista di videogiochi e passano quei due minuti di nascosto a vedere le riviste porno. Raga, io ho 25 anni, non fatemi sentire vecchio così. Io a 12 anni, dopo aver abbandonato la lettura di Topolino forse da un anno, ho cominciato a comprare i primi fumetti che sceglievo io coi soldi che avanzavano quando mia madre mi mandava a comprare le sigarette. Avevo 12 anni, cazzo, e mi sono beccato la saga di Spawn in cui si ribella a Malebolgia e, cazzo cazzo cazzo, in quegli stessi volumi c'erano le storie M E R A V I G L I O S E di Sam & Twitch, a 12 anni leggevo, tra le altre cose, Dragon Ball, One Piece e Kenshin. Naruto ancora non c'era, ho comprato in edicola il primo volume appena uscito, compravo Rave all'uscita (prima di rendermi conto, a tipo 16 anni, che fosse una cagata e mollarla lì - e c'è gente di 20 e passa anni che esce pazza dietro a 'ste cose), mi combattevo i volumi di Death Note in edicola con un ragazzo dell'artistico e facevamo la gara a chi arrivava prima in edicola - e io per andarci, a quell'edicola, facevo deviazioni allucinanti prima di tornare a casa. Bei tempi. Nostalgia. Lacrimuccia. Those were the days.
Comunque niente, dopo aver constatato che sono vecchio e che ormai quando si parla di fumetti si pensa ai Marvel/DC e ai super-shonen, passiamo a 'sta cazzo di top 10.

Premesse utili per capire i criteri: i criteri sono che scelgo le cose che piacciono a me, quindi non attaccatevi ai coglioni come i boxer di lycra quando ti sei rasato i peli da una settimana.
Altro criterio: le cose inauditamente famose, o meritevoli a furor di popolo non le ho messe. Ci sono dei titoli, degli autori che, se non avete letto, siete dei poveracci. Chiaramente non metterò One Piece, che è un capolavoro fuori da ogni logica razionale per quantità d'inventiva e durata e tutto quanto, e probabilmente sarà la prima cosa che, se il finale sarà quantomeno degno di nota, porterà dell'inchiostro sotto la mia pelle, oltre ad avermi portato via spazio dalla libreria e dai muri. Non metterò Berserk, che non avrà mai un finale, e se l'avrà non sarà un finale all'altezza, ma quello che ha dato Berserk al mondo della narrativa in generale è pari a poco altro frutto dell'ingegno umano (ed è, attualmente, la rappresentazione del male migliore che abbia mai visto/letto/ascoltato). Non metterò Akira, perché è una cosa così bella e così famosa che la dovete leggere non certo perché lo dico io, ma perché spero che un minimo vi vogliate bene. Idem dicasi per Nausicaä nella valle del vento (il fumetto, mica quella mezza ciofeca di film), che è una roba che mai avrei creduto possibile, con l'aggravante che ora Miyazaki pare Papa Francesco: non è previsto e/o accettato che se ne parli male. Ah, per inciso, quando parlavo di Akira mi riferivo a tutto Otomo, eh, che pure Domu è qualcosa che vedete di recuperare da qualche parte. Non metterò Death Note, che adoro, ma anche basta. E l'anime fa cagare oche vive. Non metterò Devilman, perché ai miei tempi l'edizione in 3 volumi da 15€ ciascuno della Dynamic (sigh) era un'oggetto di lussuria, neanche di culto, e perché Devilman lo dovete leggere. E non citerò neanche alcuni autori (è da un po' che sto pensando ad un'altra specie di top 10 degli autori, che forse è più interessante di quella dedicata alle semplici serie): niente Naoki Urasawa, niente Takehiko Inoue (che va ringraziato ogni mattina quando ci si sveglia, comunque), niente Tsutomu Takahashi, niente Jiro Taniguchi. Insomma, ci siamo capiti: state leggendo questo post, verosimilmente vi piacciono i fumetti giapponesi e non avete pianto e goduto leggendo Slam Dunk, Vagabond, Real, L'uomo che cammina, Monster, 20th Century Boys, Pluto e compagnia danzante? E di che cosa staremmo parlando, allora? Comunque dai, tra qualche tempo farò una top qualcosa degli autori e vedrò di spiegarmi meglio. Dai, vediamo di partire. Lacrime e sangue, lacrime e sangue. Anzi, ok per lacrime e sangue, però un ordine non riuscirei a metterlo neanche se mi sforzassi. Quindi sono 10, ma in nessun ordine specifico. Spero che vi vada bene. Mi sembra ragionevole, diciamo così.
Ah, e non faccio come tutte le cazzo di recensioni che trovate su internet, che iniziano mettendo mille righe di trama sputtanandoti praticamente tutto quello che c'è di bello da scoprire in una cosa che leggi per la storia. La storia forse ce la metto e forse no, ma ci metto le mie impressioni e basta. Fanculo a 'sto manierismo forzato che spesso nasconde nullità. Non che io sia da meno, ma almeno non mi nascondo.

Solanin
di Inio Asano, 2 volumi

Ecco, questo è uno di quelli che, quando farò il post sugli autori, ci sarà sicuramente perché lo amo. Ho messo Solanin perché Buonanotte Punpun non è ancora finito e mi si è raccontato di un calo sul finale. Non mi fido di queste voci tendenziose, Asano è bello. Comunque. Solanin è un fumetto con tutte le caratteristiche tipiche dei fumetti di Asano: i protagonisti sono dei, per usare un termine britneyspearsesco, più-che-ragazzi-ma-meno-che-uomini-o-donne-ci-siamo-capiti come chiunque. La loro situazione esistenziale è incerta, perché a quest'età nessuno sa che cazzo vuole fare nella vita in Italia, figurarsi come si devono sentire i giapponesi, con l'educazione e la tradizione che hanno e le varie crisi economiche che si trovano perennemente ad affrontare. Il problema, se così lo vogliamo chiamare, è che è una situazione nella quale gioco-forza ci si riconosce, i personaggi sono vividi e reali, gli eventi anche e Asano è bravo come pochi a ritrarre - o, meglio, a far trasparire - i sentimenti dei suoi personaggi. C'è anche da dire che poi in quasi tutta l'opera di Asano gli eventi principali sono eventi abbastanza tristi, quindi l'impatto emotivo è ovviamente più forte; ma, nonostante questo, i momenti di tranquillità, i momenti in cui i fidanzati ciondolano in casa sono ugualmente gradevoli, ugualmente coinvolgenti. Insomma, alla fine dei giochi è un tipo di narrativa che ti si appiccica addosso e, soprattutto, che rilassa. Non so bene come spiegarlo. Non sei trasportato dal corso degli eventi, non sei appassionato, ma sei lì. Capito cosa intendo?
E poi il disegno di Asano è particolarissimo, se ci si pensa: i disegni sono, in fin dei conti, anche abbastanza realistici e i personaggi si distinguono facilmente tra di loro, però il tratto è molto "fumettoso", non dico caricaturale ma sicuramente non troppo realistico sui volti dei personaggi.
Ma, d'altra parte, chiunque legga fumetti sa che il disegno è un fattore relativamente importante ai fini del godimento dell'opera (Gipi anyone?).
Quest'immagine è meravigliosa.

PlanetEs
di Makoto Yukimura, 4 volumi (o 3, dipende dall'edizione)

Mi sono accorto che metterò parecchie cose di fantascienza. La fantascienza però qui non è quella degli alieni o chissà che diavoleria, la fantascienza qui è tale semplicemente perché la vicenda narrata si svolge nello spazio. E non perché si parli di qualche razza particolare o di qualche cacciatore di taglie intergalattico (Cowboy Bebop, uno dei motivi per il quale amare l'essere umano). I protagonisti sono degli astronauti, quasi degli operai: i protagonisti sono gli incaricati di cercare di ripulire l'orbita terrestre dai detriti di qualsiasi genere che, appunto, orbitano attorno alla terra. Avete presente quel filmone bellissimo di Gravity di Cuaron? La scena in cui arrivano i detriti? Ecco, quelli di PlanetEs impediscono che si verifichino gli eventi di Gravity. No, non del fatto che la Bullock e Clooney vadano nello spazio. Comunque, anche qui la cosa che più mi piace è la dimensione umana. La gente lavora, la gente vive, la gente vuole una famiglia, la gente ha dei figli che aspettano sulla Terra, la gente ha anche i problemi medici derivanti da lunghi periodi a gravità zero. Aggiungete a questa fortissima, bellissima componente umana anche tutte le classiche riflessioni che derivano dal contatto con lo spazio aperto - la piccolezza dell'essere umano, l'immensità dell'universo, la complessità vertiginosa della vita e tutto il resto - e avete uno dei pezzi più pregiati della mia libreria. Tanta, tantissima roba. Chiaro, se cercate la fantascienza tutta cannoni protonici e spari, state alla larga.

Racconti brevi
di Hiroki Endo, 2 volumi

Hiroki Endo è l'autore di Eden, una serie che ancora non ho finito di leggere ma che anche solo letta a metà è stupenda. Se l'avessi già finita, l'avrei messa nella lista. E non potete capire quanto bestemmiai quando uscirono questi due volumi: i volumi di Eden costavano 4€ ciascuno (SÌ RAGA C'ERA UNA VOLTA UN'EPOCA IN CUI UN FUMETTO DI NICCHIA DELLA PANINI CON SOVRACCOPERTA COSTAVA 4€ CIOÈ NON CI SI CREDE ORA VERO? Già, non ci si crede. Porco dio. Panini di merda) e questi volumi costavano la cifra esorbitante di 9 o 10€. Una roba che per la mentalità di chi legge solo fumetti giapponesi è scandalosa. Il problema è che tutti, letteralmente tutti quelli con cui venissi a contatto, mi dicevano di comprare a tutti i costi questi volumi perché erano qualcosa di meraviglioso. Ed avevano ragione. Come dice il titolo, sono racconti brevi, ed i temi sono veramente i più disparati, dallo sportivo all'associazione di teatro a che so io. Il problema è che Hiroki Endo è un fenomeno, e riesce a dare una dimensione umana, credibile ed appassionante a qualsiasi cosa, a prescindere dall'ambito e, soprattutto, dal numero di pagine a disposizione. Davvero, questi volumi sono dei beni preziosi che tramandare ai posteri sarebbe cosa buona e giusta. Italiano, dove sei? Perché mi hai lasciato?

La storia dei tre Adolf
di Osamu Tezuka, 5 volumi (o 3, a seconda dell'edizione)

Giustamente starete pensando: ma come, mi fai tutto il pippone sul non mettere gli autori più belli e più famosi e mo mi metti un titolo di Tezuka? Eh, oh, a mio discapito io Tezuka nell'elenco sopra non ce l'ho messo mica. Anche perché di Tezuka praticamente non ho letto nulla, quindi... Ad ogni modo. Questa roba è bella per davvero. È un giallo, quindi la storia non ve la scrivo perché vi fotterei quantomeno uno dei volumi e, considerato quanto costano, meglio di no. Comunque è un giallo costruito estremamente bene e, soprattutto, è una storia che non si chiude su se stessa. Cioè, per farvi capire, avete presente il film What Women Want? (oh, è la primissima cosa che mi è venuta in mente, che vi devo dire?)?, no? Lì il film iniziava, c'era questo problema e il film finiva quando questo problema era risolto. In questo caso invece no, il problema dell'inizio si evolve e, da un certo punto di vista viene lasciato da parte per continuare a narrare la vera vicenda. So che detta così sembrerebbe non avere troppo senso, però fidatevi che, leggendolo, il senso lo acquista. Poi c'è anche il fattore storico, che di per sé non è necessariamente un surplus, però in questo caso è talmente parte integrante della storia e, soprattutto, è usato talmente bene, che sì, in questo caso è un surplus. Una delle opere giapponesi imprescindibili sulla seconda guerra mondiale. Per fortuna, però, non si limita a questo, anzi.

Lei, l'arma finale
di Shin Takahashi, 7 volumi

Ve l'avevo detto, che ci sarebbe stata tanta fantascienza. Qui però non è il punto focale, ma è solo il tramite di sviluppo della storia. La serie è incentrata su una storia d'amore, quella tra Chise (la tipa in copertina) e Shuji. Poi sullo sfondo c'è questa guerra, ci sono questi esperimenti umani che praticamente trasformano in armi umane e blablabla. Vabbè, questo è importante dirlo: la tizia in copertina è un'arma umana, e ovviamente è un'adolescente, così come anche Shuji. Questo fumetto a me ha fatto impazzire, oltre che per lo stile di disegno etereo (non mi viene altro aggettivo), per il fatto che ogni pagina trasuda tristezza assoluta. È una storia assolutamente provante, che prosciuga emozionalmente, che mette alla prova il lettore, che ad un certo punto uno si potrebbe chiedere "ma chi cazzo me lo fa fare a continuare a leggere?" e allora è lì che hai perso, perché la storia è bella, i personaggi sono belli, è tutto bellissimo. E soprattutto è tutto emozionante, è una storia incentrata sulle piccole e piccolissime cose, che in un ambiente come quello diventano non importanti, importantissime, vitali, capitali. Una serie straordinaria, straordinaria.

My Girl
di Mizu Sahara, 5 volumi

Anche qui, brevi cenni di storia. Per farla breve, c'è questo Masamune, ragazzo come tanti, a cui viene appioppata la figlia che non sapeva di avere, frutto di una bellissima relazione con una ragazza che è morta da poco. Gli americani direbbero "aaaw, heavy shit right there", ed effettivamente messa così sembra drammatico quanto quello di prima. My Girl è, però, la storia di Masamune che impara a vivere con Koharu e di Koharu che impara. Né più né meno. È una serie delicata, gli eventi sono eventi normali (niente battaglie, niente di niente) e quotidiani che, però, nella vita di tutti i giorni hanno una grande importanza, e in quanto tali sono trattati. È una serie stupenda, l'ho presa quasi per scommessa ed è stata una delle mosse più sagge che potessi decidere di fare. Se non piangete leggendolo, siete delle persone un po' morte dentro. E, se le prime lacrime sono di commozione, le seconde e le terze sono di gioia.

2001 Nights
di Yukinobu Hoshino, 3 volumi

Questo è l'ultimo titolo di fantascienza della top 10. Se uno era "fantascienza umanistica", passatemi la patetica espressione, e l'altro era una storia d'amore fantascientifica, questa è fantascienza pura. Anche qui, non vi aspettate combattimenti, non vi aspettate scontri, lasciate stare. Questa è fanta-scienza, scienza che è ancora da venire, scienza che ancora non c'è. È solo che è fatta divinamente bene, è ai vertici del suo genere. Per dire, il primo volume inizia anche con uno sguardo sul mondo animale. Ok, non c'è nessun monolite nero, ma dov'è che l'ho già vista, una cosa del genere? Mmmh, niente, non è che mi venga in mente molto altro da dire. È solo una delle migliori opere di fantascienza che vi capiterà di leggere/vedere nella vita. Poi fate voi.

Homunculus
di Hideo Yamamoto, 15 volumi

HE. Questo è uno dei titoli che più mi hanno colpito nella vita, un titolo che mi è rimasto appiccicato addosso in una maniera che razionalmente non mi spiego. Vi dico solo l'antefatto quasi-scientifico che sta dietro alla storia. Avete presente quella storia che si usa solo una piccola percentuale del cervello? Nel medioevo c'era la credenza che la tecnica della trapanazione, ovvero il forare il cranio senza andare a toccare né cervello né meningi, aiutasse ad usare una percentuale maggiore del cervello tramite la diminuzione della pressione cranica. Homunculus è la storia di un tipo che si sottopone a questa trapanazione. Aggettivi da usare per questa serie? Elenco quelli che mi vengono in mente: psichedelica, psicologica (aggettivo che odio), drogata, instabile mentalmente, appassionante, appassionante, appassionante ma non ti spieghi perché, psichedelica, cattivella. Non costringetemi a svelare troppo della trama, che poi vi perdete tutto il piacere della lettura.
Ah, sì, e non date retta al sottotitolo in copertina. La Panini fa schifo. I sottotitoli ai fumetti. Pff.

I giorni della sposa
di Kaoru Mori, 6 volumi in corso (ma in Italia ne sono stati pubblicati di meno)

Anche qui la trama si può dire. Ambientato nel XIX secolo in Asia Centrale, narra di Amina, la protagonista, che sposa Karluk, di diversi anni più giovane di lei. Stop. Fine. A 'sto punto voi dite: e che cazzo di storia è? E infatti la storia sticazzi. Kaoru Mori è una maestra. La bellezza della serie è che ti immerge capo e spalle nella via della seta e nella quotidianità dei suoi villaggi. Anche qui vale il discorso fatto per My Girl: la narrazione è di volta in volta portata avanti dai piccoli eventi, dai non detti, dai gesti accennati. Se My Girl era una serie delicata, questa è una serie raffinata. Raffinatezza a palate, classe come se piovesse e tanta bellezza. E questa è una delle poche, pochissime serie a fumetti nelle quali mi sono fermato e, prima di andare avanti a leggere, ho passato bei minuti a guardare i disegni incredibili della Mori. Maestosi, devastanti, iper-realistici (magari non nei volti, ma d'altra parte sono giapponesi, mica sono Alex Ross), iper-dettagliati, iper-belli. Su youtube c'è questa playlist che mostra la realizzazione di una tavola della Mori, ed è, oltre che ipnotica, stordente. E anche vederla fare degli schizzi delle sue protagoniste in quattrequattrotto solo col pennarello mi ha quasi provocato una mezza sindrome di Stendhal. Voglio dire, cercate "otoyomegatari" (il nome originale del fumetto) su Google immagini e poi venitemi a dire.


Fullmetal Alchemist
di Hiromu Arakawa, 27 volumi

Eh, oh, lo so che non avrei dovuto mettere nessuna serie famosissima, quale questa è. In più, in teoria, è anche uno shonen, genere che io, eufemizziamo, non apprezzo particolarmente. Il fatto è che, lasciando da parte il fattore alchimia, che mi attrae il giusto come punto di partenza, è una storia con una complessità che in uno shonen (e non solo) non avevo mai visto. Uno si aspetta una serie fatta di saghe, come Dragon Ball e One Piece, e invece quella è l'Arakawa che ti fa credere quello che vuole lei. Una maestria nella narrazione che, obiettivamente, ho ritrovato solo nel miglior Urasawa. Seriamente dico, leggetelo. Vogliatevi bene, una volta ogni tanto, in questa vita bellissima che abbiamo.

Ok, ho finito.
Anzi, dai, ne aggiungo altri 5 che sono stati in ballottaggio fino alla fine ma che sono contento di non aver messo.

Worst, di Hiroshi Takahashi, 33 volumi: altro shonen, ma questo è diverso dai vari Bleach, Soul Eater e cazzemmazzi del genere. Questo è un fumetto di mazzate, nel vero senso della parola. Un fumetto di gente che, per vari motivi, si prende a cazzotti selvaggiamente, e non ci sono fagioli di Balzar, c'è l'ospedale, ci sono i punti di sutura, c'è un bel po' di realtà. È incredibilmente appassionante e ha, credo, visto da qui, molte cose in comune con quella che forse è la malavita organizzata giapponese (non lo so, ipotesi di pura speculazione). Non vi staccate, io l'ho letto in boh, 3 giorni, forse.
Clover, delle Clamp, 4 volumi: parlare della trama di Clover sarebbe inutile come un segnale di senso unico in un vicolo cieco. Clover lo leggi, e lo ami, solo per il disegno, la composizione delle tavole, l'incomprensibilità della trama (tant'è che è un fumetto interrotto al 4° volume, non concluso al 4° volume), lo spazio bianco, il sospeso. Clover è stupendo, se non si ha la pretesa di una trama solida. O di una trama.
Gon, di Masashi Tanaka, 7 volumi: sì sì, è proprio quel Gon. E la serie a fumetti è l'epitome dell fumetto di culto: fa morire dalle risate e non c'è una vignetta. Non si parla. Grazie al cazzo, il protagonista è una specie di dinosauro in mezzo solo ad altri animali. Davvero, si ride tantissimo e un volume lo si legge in un quarto d'ora scarso. Fenomenale.
Love Hina, di Ken Akamatsu, 14 volumi: avete presente quei cartoni/fumetti giapponesi in cui ci sono due che si piacciono, che si metterebbero anche insieme, però sono timidissimi e finiscono sempre per darsi gran cazzotti col maschio che puntualmente vola via per via di un pugno che gli fa uscire fontanelle di sangue dal naso? Ma sì, dai, quei cartoni in cui, cazzo, lui ha la capacità di entrare a chiedere una cosa a lei giusto nel momento in cui lei si sta cambiando? Ma sì che ce li avete presente, tutti ne abbiamo visto almeno uno! Bene, Love Hina è il migliore. Incontrastato.
La stirpe della sirena, di Satoshi Kon, 1 volume: ora, uno con una minima onestà intellettuale direbbe che questo è per ricordare quel grand'uomo di Satoshi Kon, morto super-prematuramente e ingiustamente. Ma non è solo per quello che ho messo questo volume qui (come se contasse qualcosa veramente). Questo volume è grandioso. Ha classe da vendere, e da Kon non ti aspetti nulla di meno. Ha sentimento, e da Kon non ti aspetti nulla di meno. Ha ritmo, e da Kon non ti aspetti nulla di meno. Non ci sono piani di realtà alternativi, e da Kon non te l'aspetti. È altruista. È ambientalista. È splendido.

2 commenti:

  1. Cacchio. Bel listone.
    Homunculus l'ho lasciato a metà.
    La roba di fantascienza elencata devo leggerla tutta (anche se ho paura di leggerla con fare dispregiativo ora che studio come lanciare razzi in orbita e riconosco le minchiate pseudo-scientifiche). Per il resto, un hiphippurrà.
    E ancora un altro per Lei l'Arma finale e Eden!!

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    1. Effettivamente la scienza e la fantascienza possono collidere. Però dai, io una prova la farei (tra l'altro PlanetEs dovrebbe essere verosimile almeno al 75-80%, magari non smadonnerai neanche troppo).

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