giovedì 29 maggio 2014

Le top 10 sono il nuovo cazzo (che era la nuova figa)

Mi è venuto di fare questa top 10 sulla scia di quelle pubblicate da un po' di tempo a questa parte da quelli di Animeclick. Chiaramente si parla di fumetti giapponesi (manga non me lo sentirete usare quasi mai, forse solo nei tag che metto al post, ma ancora non lo so).
Mi sto rendendo conto che, man mano che il tempo passa, la gente comincia ad avvicinarsi ai fumetti sempre più tardi. Sto notando che la gente con cui parlo, da qualche anno a questa parte, quando si parla di fumetti, è magari ferrata sull'attualità o sul recentissimo passato, ma niente di più. Non mi riferisco alla memoria storica, non dico che devi conoscere tutto quanto di tutto di tutti, però l'impressione è che non si cominci a fruire di qualsiasi tipo di fumetti, fossero anche quelli porno (sempre siano -lodati), prima tipo dei 17-18 anni. Che, se vogliamo, da un certo punto di vista va anche bene, perché più o meno è quello il periodo in cui cominci a capire esattamente cosa ti piace e cosa no, però cazzo, i fumetti sono o non sono sempre stati una cosa per bambini? Ora, va bene che quando si è adolescenti si vuole sempre sembrare più grandi e tutte quelle cazzate là, però che fine hanno fatto i brufolosi che leggono Spiderman e Batman? Che fine hanno fatto quelli che comprano Dragon Ball dopo che hanno sentito che il cartone in tv è stato censurato? Cioè, io ricordo che queste figure erano non dico frequenti, ma c'erano, era tutto vero, la realtà era quella. Quand'è che il fumetto (quantomeno quello mainstream) è passato dall'essere un mezzo nazionalpopolare ad essere una cosa "da intenditori" o, peggio ancora, ma molto molto molto molto molto peggio, "da nerd"? Ridatemi il fumetto nazionalpopolare, ridatemi i bimbi che leggono Topolino e comprano le figurine dei calciatori e si picchiano perché il bimbo stronzo di turno t'ha inculato e ti ha dato solo due doppie della serie B per uno scudetto, quel pezzo di merda. Ridatemi i ragazzini che vanno in edicola a comprare Dragon Ball, la rivista di videogiochi e passano quei due minuti di nascosto a vedere le riviste porno. Raga, io ho 25 anni, non fatemi sentire vecchio così. Io a 12 anni, dopo aver abbandonato la lettura di Topolino forse da un anno, ho cominciato a comprare i primi fumetti che sceglievo io coi soldi che avanzavano quando mia madre mi mandava a comprare le sigarette. Avevo 12 anni, cazzo, e mi sono beccato la saga di Spawn in cui si ribella a Malebolgia e, cazzo cazzo cazzo, in quegli stessi volumi c'erano le storie M E R A V I G L I O S E di Sam & Twitch, a 12 anni leggevo, tra le altre cose, Dragon Ball, One Piece e Kenshin. Naruto ancora non c'era, ho comprato in edicola il primo volume appena uscito, compravo Rave all'uscita (prima di rendermi conto, a tipo 16 anni, che fosse una cagata e mollarla lì - e c'è gente di 20 e passa anni che esce pazza dietro a 'ste cose), mi combattevo i volumi di Death Note in edicola con un ragazzo dell'artistico e facevamo la gara a chi arrivava prima in edicola - e io per andarci, a quell'edicola, facevo deviazioni allucinanti prima di tornare a casa. Bei tempi. Nostalgia. Lacrimuccia. Those were the days.
Comunque niente, dopo aver constatato che sono vecchio e che ormai quando si parla di fumetti si pensa ai Marvel/DC e ai super-shonen, passiamo a 'sta cazzo di top 10.

Premesse utili per capire i criteri: i criteri sono che scelgo le cose che piacciono a me, quindi non attaccatevi ai coglioni come i boxer di lycra quando ti sei rasato i peli da una settimana.
Altro criterio: le cose inauditamente famose, o meritevoli a furor di popolo non le ho messe. Ci sono dei titoli, degli autori che, se non avete letto, siete dei poveracci. Chiaramente non metterò One Piece, che è un capolavoro fuori da ogni logica razionale per quantità d'inventiva e durata e tutto quanto, e probabilmente sarà la prima cosa che, se il finale sarà quantomeno degno di nota, porterà dell'inchiostro sotto la mia pelle, oltre ad avermi portato via spazio dalla libreria e dai muri. Non metterò Berserk, che non avrà mai un finale, e se l'avrà non sarà un finale all'altezza, ma quello che ha dato Berserk al mondo della narrativa in generale è pari a poco altro frutto dell'ingegno umano (ed è, attualmente, la rappresentazione del male migliore che abbia mai visto/letto/ascoltato). Non metterò Akira, perché è una cosa così bella e così famosa che la dovete leggere non certo perché lo dico io, ma perché spero che un minimo vi vogliate bene. Idem dicasi per Nausicaä nella valle del vento (il fumetto, mica quella mezza ciofeca di film), che è una roba che mai avrei creduto possibile, con l'aggravante che ora Miyazaki pare Papa Francesco: non è previsto e/o accettato che se ne parli male. Ah, per inciso, quando parlavo di Akira mi riferivo a tutto Otomo, eh, che pure Domu è qualcosa che vedete di recuperare da qualche parte. Non metterò Death Note, che adoro, ma anche basta. E l'anime fa cagare oche vive. Non metterò Devilman, perché ai miei tempi l'edizione in 3 volumi da 15€ ciascuno della Dynamic (sigh) era un'oggetto di lussuria, neanche di culto, e perché Devilman lo dovete leggere. E non citerò neanche alcuni autori (è da un po' che sto pensando ad un'altra specie di top 10 degli autori, che forse è più interessante di quella dedicata alle semplici serie): niente Naoki Urasawa, niente Takehiko Inoue (che va ringraziato ogni mattina quando ci si sveglia, comunque), niente Tsutomu Takahashi, niente Jiro Taniguchi. Insomma, ci siamo capiti: state leggendo questo post, verosimilmente vi piacciono i fumetti giapponesi e non avete pianto e goduto leggendo Slam Dunk, Vagabond, Real, L'uomo che cammina, Monster, 20th Century Boys, Pluto e compagnia danzante? E di che cosa staremmo parlando, allora? Comunque dai, tra qualche tempo farò una top qualcosa degli autori e vedrò di spiegarmi meglio. Dai, vediamo di partire. Lacrime e sangue, lacrime e sangue. Anzi, ok per lacrime e sangue, però un ordine non riuscirei a metterlo neanche se mi sforzassi. Quindi sono 10, ma in nessun ordine specifico. Spero che vi vada bene. Mi sembra ragionevole, diciamo così.
Ah, e non faccio come tutte le cazzo di recensioni che trovate su internet, che iniziano mettendo mille righe di trama sputtanandoti praticamente tutto quello che c'è di bello da scoprire in una cosa che leggi per la storia. La storia forse ce la metto e forse no, ma ci metto le mie impressioni e basta. Fanculo a 'sto manierismo forzato che spesso nasconde nullità. Non che io sia da meno, ma almeno non mi nascondo.

Solanin
di Inio Asano, 2 volumi

Ecco, questo è uno di quelli che, quando farò il post sugli autori, ci sarà sicuramente perché lo amo. Ho messo Solanin perché Buonanotte Punpun non è ancora finito e mi si è raccontato di un calo sul finale. Non mi fido di queste voci tendenziose, Asano è bello. Comunque. Solanin è un fumetto con tutte le caratteristiche tipiche dei fumetti di Asano: i protagonisti sono dei, per usare un termine britneyspearsesco, più-che-ragazzi-ma-meno-che-uomini-o-donne-ci-siamo-capiti come chiunque. La loro situazione esistenziale è incerta, perché a quest'età nessuno sa che cazzo vuole fare nella vita in Italia, figurarsi come si devono sentire i giapponesi, con l'educazione e la tradizione che hanno e le varie crisi economiche che si trovano perennemente ad affrontare. Il problema, se così lo vogliamo chiamare, è che è una situazione nella quale gioco-forza ci si riconosce, i personaggi sono vividi e reali, gli eventi anche e Asano è bravo come pochi a ritrarre - o, meglio, a far trasparire - i sentimenti dei suoi personaggi. C'è anche da dire che poi in quasi tutta l'opera di Asano gli eventi principali sono eventi abbastanza tristi, quindi l'impatto emotivo è ovviamente più forte; ma, nonostante questo, i momenti di tranquillità, i momenti in cui i fidanzati ciondolano in casa sono ugualmente gradevoli, ugualmente coinvolgenti. Insomma, alla fine dei giochi è un tipo di narrativa che ti si appiccica addosso e, soprattutto, che rilassa. Non so bene come spiegarlo. Non sei trasportato dal corso degli eventi, non sei appassionato, ma sei lì. Capito cosa intendo?
E poi il disegno di Asano è particolarissimo, se ci si pensa: i disegni sono, in fin dei conti, anche abbastanza realistici e i personaggi si distinguono facilmente tra di loro, però il tratto è molto "fumettoso", non dico caricaturale ma sicuramente non troppo realistico sui volti dei personaggi.
Ma, d'altra parte, chiunque legga fumetti sa che il disegno è un fattore relativamente importante ai fini del godimento dell'opera (Gipi anyone?).
Quest'immagine è meravigliosa.

PlanetEs
di Makoto Yukimura, 4 volumi (o 3, dipende dall'edizione)

Mi sono accorto che metterò parecchie cose di fantascienza. La fantascienza però qui non è quella degli alieni o chissà che diavoleria, la fantascienza qui è tale semplicemente perché la vicenda narrata si svolge nello spazio. E non perché si parli di qualche razza particolare o di qualche cacciatore di taglie intergalattico (Cowboy Bebop, uno dei motivi per il quale amare l'essere umano). I protagonisti sono degli astronauti, quasi degli operai: i protagonisti sono gli incaricati di cercare di ripulire l'orbita terrestre dai detriti di qualsiasi genere che, appunto, orbitano attorno alla terra. Avete presente quel filmone bellissimo di Gravity di Cuaron? La scena in cui arrivano i detriti? Ecco, quelli di PlanetEs impediscono che si verifichino gli eventi di Gravity. No, non del fatto che la Bullock e Clooney vadano nello spazio. Comunque, anche qui la cosa che più mi piace è la dimensione umana. La gente lavora, la gente vive, la gente vuole una famiglia, la gente ha dei figli che aspettano sulla Terra, la gente ha anche i problemi medici derivanti da lunghi periodi a gravità zero. Aggiungete a questa fortissima, bellissima componente umana anche tutte le classiche riflessioni che derivano dal contatto con lo spazio aperto - la piccolezza dell'essere umano, l'immensità dell'universo, la complessità vertiginosa della vita e tutto il resto - e avete uno dei pezzi più pregiati della mia libreria. Tanta, tantissima roba. Chiaro, se cercate la fantascienza tutta cannoni protonici e spari, state alla larga.

Racconti brevi
di Hiroki Endo, 2 volumi

Hiroki Endo è l'autore di Eden, una serie che ancora non ho finito di leggere ma che anche solo letta a metà è stupenda. Se l'avessi già finita, l'avrei messa nella lista. E non potete capire quanto bestemmiai quando uscirono questi due volumi: i volumi di Eden costavano 4€ ciascuno (SÌ RAGA C'ERA UNA VOLTA UN'EPOCA IN CUI UN FUMETTO DI NICCHIA DELLA PANINI CON SOVRACCOPERTA COSTAVA 4€ CIOÈ NON CI SI CREDE ORA VERO? Già, non ci si crede. Porco dio. Panini di merda) e questi volumi costavano la cifra esorbitante di 9 o 10€. Una roba che per la mentalità di chi legge solo fumetti giapponesi è scandalosa. Il problema è che tutti, letteralmente tutti quelli con cui venissi a contatto, mi dicevano di comprare a tutti i costi questi volumi perché erano qualcosa di meraviglioso. Ed avevano ragione. Come dice il titolo, sono racconti brevi, ed i temi sono veramente i più disparati, dallo sportivo all'associazione di teatro a che so io. Il problema è che Hiroki Endo è un fenomeno, e riesce a dare una dimensione umana, credibile ed appassionante a qualsiasi cosa, a prescindere dall'ambito e, soprattutto, dal numero di pagine a disposizione. Davvero, questi volumi sono dei beni preziosi che tramandare ai posteri sarebbe cosa buona e giusta. Italiano, dove sei? Perché mi hai lasciato?

La storia dei tre Adolf
di Osamu Tezuka, 5 volumi (o 3, a seconda dell'edizione)

Giustamente starete pensando: ma come, mi fai tutto il pippone sul non mettere gli autori più belli e più famosi e mo mi metti un titolo di Tezuka? Eh, oh, a mio discapito io Tezuka nell'elenco sopra non ce l'ho messo mica. Anche perché di Tezuka praticamente non ho letto nulla, quindi... Ad ogni modo. Questa roba è bella per davvero. È un giallo, quindi la storia non ve la scrivo perché vi fotterei quantomeno uno dei volumi e, considerato quanto costano, meglio di no. Comunque è un giallo costruito estremamente bene e, soprattutto, è una storia che non si chiude su se stessa. Cioè, per farvi capire, avete presente il film What Women Want? (oh, è la primissima cosa che mi è venuta in mente, che vi devo dire?)?, no? Lì il film iniziava, c'era questo problema e il film finiva quando questo problema era risolto. In questo caso invece no, il problema dell'inizio si evolve e, da un certo punto di vista viene lasciato da parte per continuare a narrare la vera vicenda. So che detta così sembrerebbe non avere troppo senso, però fidatevi che, leggendolo, il senso lo acquista. Poi c'è anche il fattore storico, che di per sé non è necessariamente un surplus, però in questo caso è talmente parte integrante della storia e, soprattutto, è usato talmente bene, che sì, in questo caso è un surplus. Una delle opere giapponesi imprescindibili sulla seconda guerra mondiale. Per fortuna, però, non si limita a questo, anzi.

Lei, l'arma finale
di Shin Takahashi, 7 volumi

Ve l'avevo detto, che ci sarebbe stata tanta fantascienza. Qui però non è il punto focale, ma è solo il tramite di sviluppo della storia. La serie è incentrata su una storia d'amore, quella tra Chise (la tipa in copertina) e Shuji. Poi sullo sfondo c'è questa guerra, ci sono questi esperimenti umani che praticamente trasformano in armi umane e blablabla. Vabbè, questo è importante dirlo: la tizia in copertina è un'arma umana, e ovviamente è un'adolescente, così come anche Shuji. Questo fumetto a me ha fatto impazzire, oltre che per lo stile di disegno etereo (non mi viene altro aggettivo), per il fatto che ogni pagina trasuda tristezza assoluta. È una storia assolutamente provante, che prosciuga emozionalmente, che mette alla prova il lettore, che ad un certo punto uno si potrebbe chiedere "ma chi cazzo me lo fa fare a continuare a leggere?" e allora è lì che hai perso, perché la storia è bella, i personaggi sono belli, è tutto bellissimo. E soprattutto è tutto emozionante, è una storia incentrata sulle piccole e piccolissime cose, che in un ambiente come quello diventano non importanti, importantissime, vitali, capitali. Una serie straordinaria, straordinaria.

My Girl
di Mizu Sahara, 5 volumi

Anche qui, brevi cenni di storia. Per farla breve, c'è questo Masamune, ragazzo come tanti, a cui viene appioppata la figlia che non sapeva di avere, frutto di una bellissima relazione con una ragazza che è morta da poco. Gli americani direbbero "aaaw, heavy shit right there", ed effettivamente messa così sembra drammatico quanto quello di prima. My Girl è, però, la storia di Masamune che impara a vivere con Koharu e di Koharu che impara. Né più né meno. È una serie delicata, gli eventi sono eventi normali (niente battaglie, niente di niente) e quotidiani che, però, nella vita di tutti i giorni hanno una grande importanza, e in quanto tali sono trattati. È una serie stupenda, l'ho presa quasi per scommessa ed è stata una delle mosse più sagge che potessi decidere di fare. Se non piangete leggendolo, siete delle persone un po' morte dentro. E, se le prime lacrime sono di commozione, le seconde e le terze sono di gioia.

2001 Nights
di Yukinobu Hoshino, 3 volumi

Questo è l'ultimo titolo di fantascienza della top 10. Se uno era "fantascienza umanistica", passatemi la patetica espressione, e l'altro era una storia d'amore fantascientifica, questa è fantascienza pura. Anche qui, non vi aspettate combattimenti, non vi aspettate scontri, lasciate stare. Questa è fanta-scienza, scienza che è ancora da venire, scienza che ancora non c'è. È solo che è fatta divinamente bene, è ai vertici del suo genere. Per dire, il primo volume inizia anche con uno sguardo sul mondo animale. Ok, non c'è nessun monolite nero, ma dov'è che l'ho già vista, una cosa del genere? Mmmh, niente, non è che mi venga in mente molto altro da dire. È solo una delle migliori opere di fantascienza che vi capiterà di leggere/vedere nella vita. Poi fate voi.

Homunculus
di Hideo Yamamoto, 15 volumi

HE. Questo è uno dei titoli che più mi hanno colpito nella vita, un titolo che mi è rimasto appiccicato addosso in una maniera che razionalmente non mi spiego. Vi dico solo l'antefatto quasi-scientifico che sta dietro alla storia. Avete presente quella storia che si usa solo una piccola percentuale del cervello? Nel medioevo c'era la credenza che la tecnica della trapanazione, ovvero il forare il cranio senza andare a toccare né cervello né meningi, aiutasse ad usare una percentuale maggiore del cervello tramite la diminuzione della pressione cranica. Homunculus è la storia di un tipo che si sottopone a questa trapanazione. Aggettivi da usare per questa serie? Elenco quelli che mi vengono in mente: psichedelica, psicologica (aggettivo che odio), drogata, instabile mentalmente, appassionante, appassionante, appassionante ma non ti spieghi perché, psichedelica, cattivella. Non costringetemi a svelare troppo della trama, che poi vi perdete tutto il piacere della lettura.
Ah, sì, e non date retta al sottotitolo in copertina. La Panini fa schifo. I sottotitoli ai fumetti. Pff.

I giorni della sposa
di Kaoru Mori, 6 volumi in corso (ma in Italia ne sono stati pubblicati di meno)

Anche qui la trama si può dire. Ambientato nel XIX secolo in Asia Centrale, narra di Amina, la protagonista, che sposa Karluk, di diversi anni più giovane di lei. Stop. Fine. A 'sto punto voi dite: e che cazzo di storia è? E infatti la storia sticazzi. Kaoru Mori è una maestra. La bellezza della serie è che ti immerge capo e spalle nella via della seta e nella quotidianità dei suoi villaggi. Anche qui vale il discorso fatto per My Girl: la narrazione è di volta in volta portata avanti dai piccoli eventi, dai non detti, dai gesti accennati. Se My Girl era una serie delicata, questa è una serie raffinata. Raffinatezza a palate, classe come se piovesse e tanta bellezza. E questa è una delle poche, pochissime serie a fumetti nelle quali mi sono fermato e, prima di andare avanti a leggere, ho passato bei minuti a guardare i disegni incredibili della Mori. Maestosi, devastanti, iper-realistici (magari non nei volti, ma d'altra parte sono giapponesi, mica sono Alex Ross), iper-dettagliati, iper-belli. Su youtube c'è questa playlist che mostra la realizzazione di una tavola della Mori, ed è, oltre che ipnotica, stordente. E anche vederla fare degli schizzi delle sue protagoniste in quattrequattrotto solo col pennarello mi ha quasi provocato una mezza sindrome di Stendhal. Voglio dire, cercate "otoyomegatari" (il nome originale del fumetto) su Google immagini e poi venitemi a dire.


Fullmetal Alchemist
di Hiromu Arakawa, 27 volumi

Eh, oh, lo so che non avrei dovuto mettere nessuna serie famosissima, quale questa è. In più, in teoria, è anche uno shonen, genere che io, eufemizziamo, non apprezzo particolarmente. Il fatto è che, lasciando da parte il fattore alchimia, che mi attrae il giusto come punto di partenza, è una storia con una complessità che in uno shonen (e non solo) non avevo mai visto. Uno si aspetta una serie fatta di saghe, come Dragon Ball e One Piece, e invece quella è l'Arakawa che ti fa credere quello che vuole lei. Una maestria nella narrazione che, obiettivamente, ho ritrovato solo nel miglior Urasawa. Seriamente dico, leggetelo. Vogliatevi bene, una volta ogni tanto, in questa vita bellissima che abbiamo.

Ok, ho finito.
Anzi, dai, ne aggiungo altri 5 che sono stati in ballottaggio fino alla fine ma che sono contento di non aver messo.

Worst, di Hiroshi Takahashi, 33 volumi: altro shonen, ma questo è diverso dai vari Bleach, Soul Eater e cazzemmazzi del genere. Questo è un fumetto di mazzate, nel vero senso della parola. Un fumetto di gente che, per vari motivi, si prende a cazzotti selvaggiamente, e non ci sono fagioli di Balzar, c'è l'ospedale, ci sono i punti di sutura, c'è un bel po' di realtà. È incredibilmente appassionante e ha, credo, visto da qui, molte cose in comune con quella che forse è la malavita organizzata giapponese (non lo so, ipotesi di pura speculazione). Non vi staccate, io l'ho letto in boh, 3 giorni, forse.
Clover, delle Clamp, 4 volumi: parlare della trama di Clover sarebbe inutile come un segnale di senso unico in un vicolo cieco. Clover lo leggi, e lo ami, solo per il disegno, la composizione delle tavole, l'incomprensibilità della trama (tant'è che è un fumetto interrotto al 4° volume, non concluso al 4° volume), lo spazio bianco, il sospeso. Clover è stupendo, se non si ha la pretesa di una trama solida. O di una trama.
Gon, di Masashi Tanaka, 7 volumi: sì sì, è proprio quel Gon. E la serie a fumetti è l'epitome dell fumetto di culto: fa morire dalle risate e non c'è una vignetta. Non si parla. Grazie al cazzo, il protagonista è una specie di dinosauro in mezzo solo ad altri animali. Davvero, si ride tantissimo e un volume lo si legge in un quarto d'ora scarso. Fenomenale.
Love Hina, di Ken Akamatsu, 14 volumi: avete presente quei cartoni/fumetti giapponesi in cui ci sono due che si piacciono, che si metterebbero anche insieme, però sono timidissimi e finiscono sempre per darsi gran cazzotti col maschio che puntualmente vola via per via di un pugno che gli fa uscire fontanelle di sangue dal naso? Ma sì, dai, quei cartoni in cui, cazzo, lui ha la capacità di entrare a chiedere una cosa a lei giusto nel momento in cui lei si sta cambiando? Ma sì che ce li avete presente, tutti ne abbiamo visto almeno uno! Bene, Love Hina è il migliore. Incontrastato.
La stirpe della sirena, di Satoshi Kon, 1 volume: ora, uno con una minima onestà intellettuale direbbe che questo è per ricordare quel grand'uomo di Satoshi Kon, morto super-prematuramente e ingiustamente. Ma non è solo per quello che ho messo questo volume qui (come se contasse qualcosa veramente). Questo volume è grandioso. Ha classe da vendere, e da Kon non ti aspetti nulla di meno. Ha sentimento, e da Kon non ti aspetti nulla di meno. Ha ritmo, e da Kon non ti aspetti nulla di meno. Non ci sono piani di realtà alternativi, e da Kon non te l'aspetti. È altruista. È ambientalista. È splendido.

venerdì 23 maggio 2014

Comunque, un luglio così non so se vorrei passarlo

È successo anche quest'anno. Già l'anno scorso non c'è stato nessun cazzo di concerto tutto l'anno e poi arriva luglio e c'è IL MONDO. Quindi, siccome dovrei studiare ma il cervello non mi connette più, ho deciso di condividere questa non-connessione con tutti voi. Vi voglio male.
Comunque, se avessi soldi, il mio mese di luglio-e-simili sarebbe il seguente. Guida al luglio ideale di Edo (notate che all'inizio parto tutto precisino coi trasporti, per poi rendermi conto che tanto non sarei mai stato in grado e non cercare neanche di correggere il tiro, proprio "fuck it").



Partenza da Monopoli in treno alle 23.27 del 04/07 e arrivo a Sestri Levante alle 13.37 (viaggio di una lunghezza spropositata, sono matto. Ma tanto non succede, quindi continuiamo a fare progetti, è bello). 05/07, eccomi a Sestri Levante per il concerto dei Girls in Hawaii, in rassegna al Mojotic. In teoria, l'8 luglio a Roma ci sarebbe una bella scelta tra i Black Keys e i Massive Attack, ma piscio entrambi perché i concerti a Roma mi stanno sui coglioni e perché seriamente, 40€ per i Black Keys non li spenderei manco se fossi Bill Gates. Oltre al fatto che mettere due concerti di questo calibro lo stesso giorno è una cosa illegale che ti meriti veramente il 41bis. A quel punto, quindi, si rimane senza tergiversare in zona, perché la Liguria, e nello specifico le cinque terre le voglio vedere da una vita.
Il 10 mattina si parte per Pistoia prendendo un treno che fa diecimila cambi (ma tanto, se sei terrone, sei abituato al sacrificio per i mezzi di trasporto come Cicciolina era abituata... ok, la pianto qui, tanto sappiamo tutti come va a finire). Dicevo, parto il 10 luglio perché in tale data al Pistoia Blues suona Mark Lanegan, nientepopodimenoché. Curiosità: lo stesso giorno, più o meno nei paraggi, suonano anche i Prodigy e i Negramaro; insomma, non si vuole scontentare nessuno, ma è evidente che i fighi sceglieranno Lanegan for good. Successivamente, si rimane qualche giorno in quelle zone girando per cantine e mangiando cose buone, perché essere in forma per l'estate è solo per i crossfitters. E noi non siamo crossfitters. Voglio dire, considerate che tale categoria di persone si definisce crossfitters e, quando parli italiano, non si mette la s plurale dopo le parole straniere: questo è il livello medio dei crossfitters. Noi non siamo crossfitters.
Comunque, dicevo, la tappa successiva è Bologna. Quindi, se si vuole rimanere a Pistoia per il tour gastronomico (HIGHLY RECOMMENDED) ok, altrimenti un paio di giorni lì e si riparte per Bologna, in genere qualcosa da fare e da vedere la si trova sempre. Ma, siccome questo è un tour mensile di concerti, la nostra meta è Bologna perché Unaltrofestival ci porta il 14 gli MGMT, Panda Bear, gli His Clancyness e gli M+A (che non saprei pronunciare a voce), ed il 15 gli Horrors. O viceversa, non lo so. Ovviamente ho scelto Bologna per la mia scarsa (eufemismo) simpatia verso l'altra sede del festival, Milano. C'è da dire che forse gli Horrors non sono headliner della loro giornata, ma poco male.
Il giorno dopo ci sarebbe da fare una scelta preliminare. Sempre a Sestri Levante suonano i War on Drugs, tanta roba. Però siccome noi siamo romantici e un po' fuori tempo (o giovani, che dir si voglia), si sceglie il Radar Festival di Padova, perché, cazzo, ci suonano gli Slowdive. Ripeto: GLI SLOWDIVE. G L I. S L O W D I V E. Tra l'altro agli Slowdive apre Pesaro, cosa che non stona comunque mai. Anche considerato che, per il momento, i Be Forest hanno fatto il mio disco dell'anno. Comunque data imperdibile, assolutamente imperdibile. Uscendo per un breve momento dalla finzione del viaggio ideale, io non ci posso andare: pausa scenica.
A quel punto, si entra nel vivo del mese. Nel vivissimo, nell'iperattivo del mese. Gli spostamenti diventano assolutamente frenetici ed irreali. Questa è la parte esagerata del post, fate conto che siamo nel finale di Tengen Toppa Gurren Lagann (o in un punto qualsiasi di Kill la Kill o di Fortified School - che poi se non sono la stessa cosa, poco ci manca).
Da Padova si torna a Pistoia perché ci suonano gli Arctic Monkeys e aprono i Kills. Che, se non si fosse capito, è un concerto di quelli in cui non devi assumere nessuna sostanza whatsoever, perché il divertimento c'è a pacchi anche da sobrio (e se così non fosse, poniti delle domande), e si fa festa come poche volte nella vita, ed evviva gli Arctic Monkeys sempre e comunque. Che sono fanboy lo si sa.
La data successiva in calendario, in teoria, sarebbe Catania, dove il 19/07 per il Zanne festival suonano i Blonde Redhead e i TOY. Però, cacchio, vediamo di mantenere un minimo di verosimiglianza, da Pistoia a Catania in un giorno si potrebbe anche fare, ma visto che tipo il giorno dopo dovremmo essere da qualche altra parte, Catania viene accattonata (comunque lo Zanne Festival è un gran festival, il giorno dopo i Blonde Redhead ci suonano addirittura i Black Rebel Motorcycle Club). Il 19/07, però, a Perugia, per l'Umbria Jazz ci suonano i Roots, e i Roots catalizzano la mia attenzione in maniera molto efficace, quindi da Pistoia si va a Perugia a provare ad abbracciare Questlove e fargli mettere su Instagram una foto con te. Una foto con Questlove si può mettere a curriculum?
Dopo, si torna a Padova, potendo passare un po' di giorni tra l'alto Veneto e Venezia, che mi attrae come il polo negativo attrae quello positivo, perché il 23 ci suonano Mount Kimbie, Calibro 35, The Oscillation e Julie's Haircut. Una line-up così assurda che vira dall'openminded allo spastico. Il giorno dopo ci sarebbero anche i Calexico, però si è costretti a pisciare perché aprono I cani, e ci sono cose che non si possono perdonare. E poi i Calexico ormai sono bolliti, come direbbe qualcuno.
A quel punto, con un bel viaggio in treno sulla costa adriatica (che, vi assicuro, per lungo che possa essere, vale decisamente la pena, se siete seduti al finestrino giusto) si arriva a Vasto, dove questo Vasto Siren Festival ha una line-up che fa scintille: il 25 ci sono i National e il 26 Mogwai e Fuck Buttons. Considerando anche che Vasto è sul mare, che cosa stiamo aspettando? Una settimana di mare, splendida musica e arrosticini, se c'è qualcosa di meglio fatemelo sapere che lo voglio provare.
Si giunge, più o meno alle fasi finali del nostro viaggio che, se consideriamo tutti i concerti come buoni/ottimi come si prospettano, o si ricorda per la vita o ti manda in analisi.
Il 1 agosto saremo già a Ferrara (o circondario) per il concerto dei Franz Ferdinand, perché se si dovessero sciogliere come tutto lascia supporre senza averli visti live nemmeno una volta, beh, quello sarebbe un bel rimpianto. E l'ultimo disco non è neanche così brutto come dicono.
C'è una pausa di esattamente una settimana, che a questo punto penserei di passare dalle parti di casa, che tutto sommato posso dire di aver visto di peggio.
A questo punto, belli e riposati, via allo Ypsigrock, assoluto evento dell'estate. Tenete presente che anche lì avete il mare a pochi chilometri, ed il mare della Sicilia non è che ve lo devo dire io com'è, tenete presente che di location per un festival se ne sono viste di molto peggiori, e tenete presente che il primo giorno ci suona Anna Calvi, mio disperato amore, preceduta dai Fanfarlo, i quali però live non mi hanno entusiasmato, per dirla così; il secondo giorno ci suonano i Moderat preceduti dai Forest Swords, che è una data mica male; ed il terzo giorno c'è il delirio più totale perché, in ordine d'apparizione ci sono: Sun Kil Moon (!), Kurt Vile (!!!), i Wild Beasts, miei assoluti innamorati per i quali ogni obiettività e lasciata in cantina, e come headliner i Belle and Sebastian (!!!!!!). Bastano, i punti esclamativi? Per un festival in Sicilia no, probabilmente ce ne vorrebbero molti di più, e considerate che non costa neanche un cazzo. Davvero, se potessi ci andrei ogni cazzo di anno.
Per concludere questa gitarella fuori porta di un mese e mezzo, siccome alla fine di tornare a casa sarebbe anche ora, il 12 agosto in provincia di Lecce c'è l'unica data italiana dei Real Estate (!, e torna a farci compagnia il nostro punto esclamativo) per il Contronatura Festival. Ora, il prezzo ancora non è stato comunicato, ma l'anno scorso ci suonò un altro gruppo Domino e il biglietto costava tipo 5€, quindi sticazzi, ci si va per forza - non considerando il fatto che i Real Estate sono bravi ma bravi per davvero.

venerdì 9 maggio 2014

'Sta storia del blog sta degenerando

Se non avessi cambiato idea, non avrei mai ricominciato a leggere fumetti e avrei visto tutto il Grande Fratello.
Se non avessi cambiato idea, penserei ancora che il cinema italiano è tanto bello perché non si fa problemi ad essere "impegnato socialmente" (vabbè ok, avevo pure 15 anni, in questo caso).
Se non avessi cambiato idea, non avrei mai letto un libro di mia sponte, sarei rimasto ai supereroi americani.
Se non avessi cambiato idea, Burial mi farebbe ancora schifo perché nel 2007 dicevo solo "sì ma che è 'sta cosa con le vocine distorte a cazzo di cane?".
Se non avessi cambiato idea, Flying Lotus sarebbe stato uno che fa musica del cazzo senza senso, la incasina e basta.
Se non avessi cambiato idea, i Dream Theater e gli Iron Maiden sarebbero stati il massimo della vita.
Se non avessi cambiato idea, non sarei mai andato alla Biennale di Venezia perché tanto quelle cose le so fare pure io.
Se non avessi cambiato idea, al cinema si va solo in compagnia.
Se non avessi cambiato idea, al cinema si vanno a vedere i film d'intrattenimento. E in compagnia, come detto.
Se non avessi cambiato idea, mi sarei laureato in lingue. No ok, quella non sarebbe stata un'idea malvagissima, a pensarci.
Se non avessi cambiato idea, non avrei scritto la frase qui sopra.
Se non avessi cambiato idea, minchia, il sesso anale sarebbe una bomba.
Se non avessi cambiato idea, non avrei mai visto live i Radiohead.
Se non avessi cambiato idea, ok che è divertente, 'sto Community, ma veramente secondo te dovrei vedermi una sitcom?
Se non avessi cambiato idea, i R.E.M. sarebbero "quel gruppo che ok non è brutto, ma che palle".
Se non avessi cambiato idea, il jazz sarebbe stata, FORSE, musica di sottofondo e nient'altro.
Se non avessi cambiato idea, 'sto cazzo di Miles Davis dev'essere proprio fesso per fare canzoni di 20 minuti.
Se non avessi cambiato idea, non avrei mai smesso con le Hit Mania Dance e ora non vedrei l'ora di andare a ballare nel week-end.
Se non avessi cambiato idea, dal post-metallo there's no coming back, come once you try black.
Se non avessi cambiato idea, gli Arctic Monkeys sarebbero ancora un gruppo che sono buoni solo quando vuoi ascoltare qualcosa di leggero. Anzi, per rimanere in tema:
Se non avessi cambiato idea, 'sta Brick by Brick francamente mi sembra un po' sciapa, e non penso di dover aspettare di ascoltare il disco per affermare che gli Arctic Monkeys hanno toppato. Rimanendo sempre in tema:
Se non avessi cambiato idea, pure 'sta R U Mine?, eh... ma che è? Mah.
Se non avessi cambiato idea, i graffiti sarebbero solo muri imbrattati. Oddio, poi comunque spesso lo sono.
Se non avessi cambiato idea, non sarei uscito dall'adolescenza. Come vedo che molti, anche miei coetanei, ancora non hanno fatto.
Se non avessi cambiato idea, avrei lasciato Infinite Jest a pagina 240.
Se non avessi cambiato idea, sarei andato a vedere un terribile concerto degli AC/DC.
Se non avessi cambiato idea, l'elettronica non è musica, mica è suonare, quello. Forse solo i Kraftwerk, ma forse eh.
Se non avessi cambiato idea, figuratevi l'hip hop. Pff.
Se non avessi cambiato idea, no, non vado più al concerto, non c'è nessuno che viene con me.
Se non avessi cambiato idea, 'sti My Bloody Valentine non capisco cos'è che ci trovi, la gente. 'N si capisce un cazzo.
Se non avessi cambiato idea, va benissimo anche ascoltare le canzoni singole. Anzi, meglio, gli album durano troppo.
Se non avessi cambiato idea, di Caparezza mi sarebbe piaciuto anche Il sogno eretico.
Se non avessi cambiato idea, Il teatro degli orrori sono troppo bravi, veramente, poi lui è proprio esaltante.
Se non avessi cambiato idea, Le situazioni di lui & lei? E che mi vedo, io, le cose delle femmine?
Se non avessi cambiato idea, cioè, mo mi spieghi: non ho visto Le situazioni di lui & lei e dovrei vedermi 500 giorni insieme?
Se non avessi cambiato idea, Lo straniero di Camus sarebbe solo un libro, per dirla col rating di anobii, "bello".
Se non avessi cambiato idea, probabilmente non mi sarei mai fidanzato.
Se non avessi cambiato idea, non credo che nessun uomo, per bello che sia, potrebbe turbarmi. E poi bam. E poi sbadabam.
Se non avessi cambiato idea, ok non essere Freddy Mercury ma, cazzo, 'sti Neutral Milk Hotel prendere uno che sappia cantare almeno?
Se non avessi cambiato idea, seguirei ancora il calcio. Pfffffffffffffffffffff.
Se non avessi cambiato idea, avrei continuato ad andare in chiesa anche dopo la prima comunione.
Se non avessi cambiato idea, mi sentirei superiore a tutti.
Se non avessi cambiato idea, bisogna sempre essere umili, tutti possono avere qualcosa da insegnare.
Se non avessi cambiato idea, se una cosa piace a tutti, allora è per forza una cagata.
Se non avessi cambiato idea, andiamo a cercare le cose che non conosce nessuno ma proprio nessuno nessuno, sicuro sono belle et esclusive et elitarie.
Se non avessi cambiato idea, quantomeno non asteniamoci mai dal criticare quello che fanno gli altri.
Se non avessi cambiato idea, avrei continuato a mettere al primo posto quello che gli altri percepiscono di me al posto di quello che effettivamente mi piace fare.