lunedì 31 marzo 2014

Più fatti, meno parole

Basta post lunghi da leggere e che magari non ti lasciano niente. Di seguito trovate una serie di video di un canale che mi sta facendo fare le meglio risate da una settimana a questa parte e che, secondo me, è bene che guardiate se vi volete fare due risate. E no, non sono i Pills. Che palle.













Porca troia, stavo per dimenticare in assoluto uno dei più divertenti.




Ora che avete visto questi video meravigliosi (e spero che abbiate continuato a vederne altri presenti sul canale perché sono stupendi tutti), il divertimento continua sul profilo twitter, in cui la fissazione per le uova continua inarrestabile.

mercoledì 26 marzo 2014

The Horrors - Luminous Live-blogging, perché no?

Voglio provare a fare una roba che non ho mai fatto. Siccome pochi giorni fa ha cominciato a circolare il leak del nuovo disco degli Horrors, ho pensato di provare a fare una specie di live-tweeting dell'ascolto sul blog. Avevo pensato di fare un live-tweeting vero e proprio, solo che poi probabilmente avrei cagato il cazzo (punto 1°) e comunque Twitter non è sempre il luogo migliore per discutere delle cose, punto 2°. C'è da dire che non è comunque un live-tweeting del primo ascolto in assoluto, eh; d'altra parte, provateci voi a non ascoltare subito il nuovo disco degli Horrors dopo averlo scaricato. Però l'ho ascoltato una sola volta e, nonostante un paio di idee me le sia già fatte, il giudizio è super-mutevole e super-volatile, come tutti i primi 10 ascolti di un disco di una band del genere.
Quindi, andiamo a premere play.




Chasing Shadows: eccallà. Dopo il minuto e mezzo comincia ad arrivare il marchio Horrors, quei suoni scazzicati che gli piacciono tanto, mi stavo preoccupando. E poi pure le percussioni da spiaggia di tardo pomeriggio con l'erba. Questi si fanno forte. Le percussioni giuro che non me le ricordavo. Ora la traccia è cominciata, e se usano la prima parte di questa canzone come introduzione ai concerti ci fanno un figurone. Occhio che i synth all'inizio fanno un casino anni '60 delle droghe in California, ma tanto. Che belli che sono. No, cioè, bravi, sono bravi. Belli manco un po'. Sanno fare cose fighe, ma fighe per davvero. Ora, sarò monotono (e, visto il disco e il gruppo, penso che lo sarò per tutta la durata del post, perdonatemi in anticipo), ma io mi sono sempre posto questo dubbio: considerando quanto ti senti drogato ASCOLTANDO questa canzone, loro quanto dovevano esserlo quando l'hanno scritta? Seriamente, è una cosa di cui non mi capacito, sono stupefatto ogni volta.
First Day of Spring: qui si sentono più anni '80 che colpi di rullante. Sempre con classe, chiaro. E che suoni che riescono ad avere. Cazzo, vorrei avere sotto mano i testi, sfiga che l'originale esca solo a maggio. A un certo punto la linea di basso sembra quella degli Interpol (che a sua volta sembra quella dei Joy Division e bla bla bla). Ma com'è che sanno fare canzoni così belle? Ah, oh, ripeto ancora una volta: questi sono giudizi assolutamente parziali (MA DAI, FANNO ANCHE L'HANDCLAPPING, APPLAUSI) perché agli Horrors si vuol bene, ma poi magari datemi uno, due, tre mesi e il giudizio complessivo sul disco cambia totalmente, non sarebbe mica la prima volta. Mi succede con gli Arctic Monkeys da 3 album a questa parte.
So Now You Know: questa era già uscita su Youtube prima del leak, ma non l'ho voluta ascoltare, poi mi spoileravo troppo del disco. Anche qui il synth è molto '80s, ma non è in primissimo piano e riesce a non risultarmi totalmente urticante come in genere succede. Ché gli anni '80 hanno questo difetto: spesso la musica è fantastica, però ci sono degli strumenti, dei dettagli sonori che sono veramente insopportabili, e certi suoni di synth ne sono la prova inconfutabile. Ritornello killer se ce n'è uno, anthem istantaneo. SO NOW YOU KNOW, TURN AWAY! SO NOW YOU KNOW, TURN AWAY! AND NOW YOU KNOW, YOU CAN MEAN WHAT YOU SAY! (mi riservo tutte le possibilità possibili di non aver capito cosa dice, aut min rich, non consumare lontano dai pasti, da consumarsi previa prescrizione medica).
In and Out of Sight: ullalà, qui il synth all'inizio sembra una roba techno primi anni '90 un po' strana. Poi entra il basso e si sta come la pasta, d'estate, sotto la lingua.

Il passaggio subito successivo al "if you don't believe it" è una cosa TROPPO, TROPPO, TROPPO bella. Horrors, se solo voi foste più belli e io meno eterosessuale, che cosa vi combinerei. Oddio, pochino, visto che il cantante stava con Alexa Chung. Non chiedetemi come fosse possibile, mica sono Sherlock Holmes.
Jealous Sun: in primis, plauso per il titolo spettacolare. In secundis, se quelle schitarrate le rifate con un'altra pedaliera attivata, avete uno strumentale dei Neurosis. E invece no, poi ci sono questi suoni trasversali (non so perché l'ho scritto, ma mi sembra starci bene) che sembrano quasi di violini in acidi che ti fanno maledire il fisico debole che non regge troppo le sostanze psicotrope il giorno dopo l'assunzione. Per tutta la canzone ho avuto stampata in faccia un'espressione tipo "afacc du cazz".
Falling Star: ehilà, ecco dov'erano finiti i Cure. Quindi prima sono andati da Sufjan Stevens per una sveltina veloce veloce nel 2005 e poi sono venuti qui. Ah no, poi la pianola da terza media ha fatto spazio alle chitarrozze belle. Bene, bene. Ma quindi le chitarre le sanno usare veramente bene, questi. Sul forum di DYR c'era tipo l'admin, mi pare, che diceva che ora rimane da capire se e quante canzoni ci sono. Mi pare che possiamo stare tranquilli.
I See You: ecco, se inizi così vuol dire che hai veramente preso tante sostanze. Voi pensate, no?, che li lasciate con Skying, con tutti i suoi suoni e i suoi riferimenti, e il primo singolo che cacciano fuori è questo. Si rimane spiazzati anzichenò. E quei synth ti lasciano spiazzato pure dopo 6 tracce prima di lei. Ecco, questa forse è una traccia un po' :\ , se vogliamo. Però dopo 3-4 ascolti il ritornello cominci a cantarlo in automatico, quindi ci dev'essere qualcosa sotto. A parte parecchio MD. E no, se al secondo ritornello ci sono già i brividini, ci dev'essere qualcosa di forte, sotto. Poi magari mi passa, ma nel frattempo tanti cuoricini per loro. Ecco la mia faccia durante una certa parte della canzone che sono sicuro individuerete da soli:

Change Your Mind: perché questa, durante il primo ascolto, l'avevo totalmente persa per strada? Sembra quasi una ballad. Chiaramente persa nello spazio, ci mancherebbe altro. E poi, nonostante il testo non mi sembri così tanto tenero, e non lo sembri tantissimo neanche il ritornello, almeno sonicamente, la canzone è veramente dolce.
Mine and Yours: altro tuffo di testa negli anni '80. Profondo ed improvviso. Porco dio, ci sono anche i sax. E loro me li fanno sopportare e, anzi, ci stanno veramente bene. L'ultimo che ricordi che mi aveva fatto questo effetto era David Bowie, in non mi ricordo che canzone di "Heroes"; bel biglietto da visita, no? Dai, mi stanno facendo passare per ascoltabile anche una specie di assolo di chitarra. Fenomeni. La fine forse è un po' prematura, ma il gioco è bello quando dura poco, e la mia pazienza, nonostante si parli degli Horrors, coi sax e gli assoli può durare poco. Rischio evitato sagacemente.
Sleepwalk: bello l'inizio marziale. Che dopo un primo giro abbandona tutta la marzialità a favore di scenari molto meno severi, e quando Faris comincia a cantare se non vi succede questo siete pessime persone.

Ed è finito il disco.

Commento da uno che sta facendo un corso universitario che si occupa di pubblicità: è veramente un peccato, per la sezione marketing della Domino, che la droga sia illegale praticamente dappertutto, perché un headline tipo "prendete e drogatevene tutti" sarebbe la cosa più perfetta e azzeccata che si potesse fare.

Bene, se siete stati con me fino alla fine del post, siete dei pionieri e il vostro limite di sopportazione è oggetto di invidia di quasi tutto il genere umano (quello che rimane è sotto ansiolitici o cannabis).

sabato 15 marzo 2014

In difesa delle critiche positive (urca, un titolo quasi serio)

Le persone che si limitano a parlare male delle cose hanno cagato il cazzo.

'Sta cosa mi è venuta leggendo quest'articolo qui (ma in generale gran parte delle cose che ho letto di Vice Italia hanno questo taglio).
Niente, la cosa che ho notato, sia dall'articolo che dai sempreverdi e mai troppo citati opinionanisti da social network, è che ormai nessuno parla più bene di un cazzo. Ormai se devi scrivere qualcosa, scrivi questo qualcosa per criticare questo, per criticare quello, per evidenziare il comportamento fuori di testa di X o Y e basta. Ah, chiaramente mi ci inserisco anche io in questa categoria, spesso e volentieri. Generalmente, chi si cava fuori dalla situazione appena descritta sono quelli che fanno della cronaca dura e pura il loro punto di forza: zero opinione personale, questo è il fatto e, in genere, lo dico prima di tutti (o quantomeno ci spero/ci provo). E finché fosse una situazione ristretta solo agli stati di facebook, direte voi, poco male. Ma il problema è che ci sono anche un botto di riviste, di blog o cose del genere che lo fanno, e pare che ne facciano il proprio perno editoriale.
Ora, non è che nessuno sia in posizione di criticare questa cosa: lessi in un articolo che ormai, il like di facebook, o il RT o la stellina su twitter (coniugate col social network che preferite) provoca un breve flusso di endorfine, per motivi ovvi che non vi sto a spiegare. E nessuno penso, ripeto, penso sia esente da questo meccanismo. Io stesso su facebook difficilmente scrivo qualcosa se non sono sicuro che questa cosa piaccia (poi chiaramente queste cose sono generalmente grandissime cazzate totalmente inutili - in linea editoriale col social network, d'altra parte), quindi figurarsi blog, magazine o opinionanisti. Mi ricorda un po' il meccanismo della pubblicità alla fine degli anni '80-inizi '90, in cui bastava mostrare carne nuda e si vendeva facile. Ecco, adesso critichi in maniera più pesante o acuta possibile e il gioco è fatto. Con le dovute accortezza: più il termine di paragone è colto e magari inaccessibile o colpevolmente ignorato dai più (La dolce vita/La grande bellezza, anyone?) e più sei figo e più i like abbondano, e più il soggetto criticato è famoso e magari intoccabile e più sei figo e i like abbondano. Poi c'è anche da osservare che, in buona parte dei casi, quelli che sui SN criticano sempre e soltanto sono delle persone veramente tenerissime che vorrebbero solo essere abbracciate e che vorrebbero sentire un po' di affetto umano (largo giro di parole per dire che non trombano? A voi l'ardua sentenza) che poi ti dispiace a rispondergli male a tua volta.
Però, e correggetemi se sbaglio, noto una sostanziale differenza tra il parlar bene e il parlar male. Cioè, chiaro, premettendo che uno lo faccia per essere ascoltato, come appena detto. Io la penso in questo modo: prendiamo come esempio un gruppo: se tu ne parli bene e comunque hai gente che ascolta le tue opinioni, forse, prima o poi, porterai qualcuno ad informarsi circa questo gruppo. Chiaro, è una cosa chiaramente molto difficile, perché portare la gente del 2014 a fare/ascoltare/vedere qualcosa è un'impresa titanica, eufemizzando. A tal proposito ormai siamo l'equivalente dei milanesi con i concerti: se non lo fanno dietro casa non ci vado. Confrontare con: se non è a totale portata di mano, lascio perdere. Comunque, dicevo, lo sforzo è incredibile, però c'è sempre la remota possibilità che ci sia un effetto positivo. Parlando male di questo gruppo, invece? Mi sa che non si può dire lo stesso. Esempio assolutamente irrealistico: pensiamo ai Pavement (irrealistico perché che persona misera sei se parli male dei Pavement?): se io parlo male dei Pavement in maniera arguta, dicendo che sono vuoti di contenuti, dicendo che il sound sembra scopiazzato da XYZ (chissà) e tutto quanto, magari facendo qualche battutina acida e risentita, è possibile/probabile che diverse persone mi leggano e mi likino il post o il tweet, non fosse altro per il fatto che gli avete risparmiato la fatica di ascoltare un gruppo che, evidentemente, non vale la pena. Ed è qui il punto: facendo così, visto che ormai tutto è overcriticato, che cosa rimarrebbe da fare? Niente vale la pena, rimaniamo dove siamo. E poi, chiaramente, ci si lamenta se la gente ascolta i cantautori italiani "perché almeno capisco cosa dicono". E per forza, scusatemi. E Kanye West è un coglione e non vale la pena, e James Blake fa cascare i coglioni (e sul primo lp vi dò ragione ma lasciamo stare che non è questo il punto), e i Daft Punk non fanno cassa dritta, e i My Bloody Valentine sembra la brutta copia di Loveless (DUH?), e gli Arctic Monkeys/Franz Ferdinand/Vampire Weekend sono gruppetti di musica leggera, e Sorrentino è inutile e autoriale ad cazzum, e che cazzo vai trovando dalla vita? Che cosa fai, se tutto fa schifo? Provi mai gioia quotidiana fuori dal momento post-cacca o post-sigarettarullataabandierachefumomenocarta o qualche altra cosa insignificante del genere? Libri che ti hanno reso felice, soddisfatto o prosciugato ce ne sono? Hai mai messo più di 4 stelline a qualcosa? Un cibo che ami esiste? Anzi, esiste qualcosa che ami? Non sono sicuro che mi lancerei in una risposta. Che cosa fai?, vivi solo di cose che non ti piacciono in modo da poterle criticare in modo che l'unica gioia quotidiana sia la notifica su fb del like che si aggiorna di numero costantemente? Che pesantezza, che mestizia, in fondo che banalità.

E poi, scusami. Passando di banalità in banalità. Ma non ti pare che già campiamo poco? Non ti sembra che questo poco tempo, se passato facendo malesangue, sia un filino sprecato? A me sembra.


E ovviamente, ho fatto un post in cui parlo male del parlar male.

Vi lascio con un angioletto eroinomane.

martedì 4 marzo 2014

Mettere i titoli a questi post è sempre drammatico

Ve lo dico subito, questo post potrebbe apparire come un tantino snob.
Ed è un peccato, visto che provo costantemente a non assomigliare agli opinionisti da social network, questa nuova razza che ho classificato da un po', che si fregiano del loro snobismo (signori della corte, per questo crimine mi dichiaro colpevole anche io) e ne fanno motivo di vanto ed orgoglio in modo verboso e noioso, manco fossero pagati per farlo o qualcuno glielo chiedesse o avessero un riscontro di like et interazioni decente che lo giustificasse.
Ciò detto.
Questo è, come al solito, un post assolutamente inutile et autoerotico, come tutte le espressioni d'opinione non richieste. Non l'ho pensato per cui potrebbe tranquillamente apparire poco o per nulla organico e/o disordinato. Potete lamentarvene.

Prima di lavare i piatti mi è capitato di vedere 5 minuti de La grande bellezza che stavano facendo in tv. L'avevo già visto al cinema a suo tempo quindi mi sono potuto permettere il lusso di vederne solo la parte iniziale. Dico subito la mia sulle reazioni che la popolazione ha avuto a questo film. Io il film l'ho visto la settimana tra il 21 e il 28 marzo dello scorso anno perché volevo dare un'altra possibilità a Sorrentino dopo la mezza delusione di This Must Be the Place e perché era un film italiano che, insospettabilmente, sembrava originale e diverso dagli standard a cui ci ha abituato il cinema italiano degli ultimi 10+n anni ed era seriamente in corsa per vincere il festival di Cannes. Ora, il difetto di questi festival è che le trattative per i film vengono fatte al 90% solo DOPO la fine del festival stesso, e quindi non puoi avere un'opinione su chi dovrebbe o non dovrebbe vincere. Poi io odio i provincialismi e i campanilismi (dei quali sono comunque campione) e mi sta sulla minchia che di Cannes si parli solo quando c'è un film italiano in concorso, mi sembra il moralismo classico (stereotipo da fumetto di Zerocalcare in agguato) dell'incidente aereo con 600 morti "compresi 2 italiani". Ad ogni modo, tornando a Cannes, dopo La classe e dopo La vita di Adele, ho capito che quando la palma d'oro la vince un film francese, è bene essere sospettosi, perché in quanto a campanilismi noi tutti dai francesi non possiamo che imparare a testa bassa. Bellissimi tutti e due i film, eh, meglio chiarire, però ecco. Non sono né La grande bellezza, né tanti altri film che erano in concorso nel 2013 e nel 2008. Divagazione sulla capacità di obiettività dei francesi a parte, la faunistica che mi è parso di osservare circa il film di Sorrentino mi è parso essere divisa fondamentalmente in:
-Gente a cui il film è piaciuto perché, appassionati di cinema "di qualità", hanno visto il film capendone (o intuendone, siamo onesti) il senso e l'hanno apprezzato.
-Gente a cui il film non è piaciuto perché, anche da appassionati di cinema "di qualità", hanno visto il film, ne hanno capito (o intuito, siamo onesti) il senso, ma non hanno apprezzato granché il film. Non rientro in questa fascia, ma capisco e rispetto.
-Gente a cui il film è piaciuto perché, non abituati al cinema di qualità, hanno visto il film sull'onda dei commenti positivi (e dei premi americani, ché di quelli europei g n fott nu cazz a nessuno, sono tutti film pallosi, non c'è mai stato un Avatar) e magari sono rimasti sorpresi da un film così insolito. Comunque al cinema ci andranno per vedere i film della Marvel o simili.
-Gente a cui il film è piaciuto perché, cazzo, un film italiano che vince gli oscar, o che è candidato ai, o che ha vinto il golden globe, che faccio?, non mi piace?, sì che mi piace oh, magari non l'ho capito bene perché chi le guarda 'ste robe, però userò frasi tranquille e un po' colte tipo "non è la mia tazza di tè" per tirarmene fuori con stile e classe.
-Gente a cui il film non è piaciuto perché oh avrà pure vinto l'oscar, ma che cacata, non succede niente, parlano soltanto.
-Gente a cui il film non è piaciuto perché tutti con 'sto Sorrentino in bocca stanno, mi aspettavo il nuovo 2001: odissea nello spazio, che cazzo, ci sarà un motivo per avergli fatto vincere l'oscar?, vorrà pur significare qualcosa no? (!), ma siccome parlano soltanto e non ha storia e alla fine Pirati dei Caraibi non era poi così brutto dai, allora scrivo un pippone che la metà era troppo comunque, così mi sentirò fuori dalla massa e i miei ammiratori leggeranno estasiati le mie epistole. Generalmente questa è la stessa gente che disprezza gli americani perché sono un popolo asservito alle lobby e tutti 'sti pipponi finto-anti-capitalisti, però ha un giudizio mediamente più positivo per le cose che vengono dagli USA rispetto a quello che viene dal resto del globo.
-Gente a cui il film non è piaciuto perché per fare i gli snob super sayan dicono frasi come "vuole scimmiottare La dolce vita". Perché, capito?, in genere loro vanno avanti a pane, avanguardie, neorealismo e Sergio Leone. Chissà se gli piace Tarantino, a 'sto punto. Chissà che dicono di Kill Bill.
-Gente il cui giudizio non è intelligibile, per capire che cazzo gli passa per la testa dovrei chiedere aiuto a uno bravo per davvero.

Ora, visto che tanto ve l'avevo detto che sarebbe stata una cosa totalmente inorganica, mi sono tolto davanti la tassonomia e quindi posso fare una considerazione su 'sti cazzi di oscar. Sarà che quest'anno c'era Sorrentino, ma è stato veramente un periodo molto più insopportabile del solito. Uno: gli oscar non ci appartengono. E non è un discorso cagacazzo alla "non dovete festeggiare Halloween, le nostre radici sono altre" (discorso che condivido solo in parte ma che, siccome sono una persona pesante, tediosa e pignola, non riuscirei ad affrontare senza aprire mille altre importantissime e molto seriose parentesi ma, siccome voglio cercare di smettere di esserlo con gli altri che essere pesante con me stesso basta e avanza, non faccio e quindi ciao). Il problema è che, proprio come Halloween o, peggio, il cazzo di Superbowl, che ormai lo guardanofesteggianocelebrano anche personaggi che non solo non hanno niente a che fare col football, non hanno niente a che fare con lo sport, sono eventi che ci sono stati consegnati con quest'aura di santità dalla tv americana e che noi abbiamo ereditato senza sapere un cazzo di tutti i retroscena che dall'altra parte dell'Atlantico sono chiari e lapalissiani e noi non sappiamo manco che ci sono. Un paio di considerazioni, a tal proposito. Ho tra gli amici di facebook delle persone che sono state in piedi tutta la notte per vedere la cerimonia. Lasciando da parte le amare considerazioni su chi si vedere pure il red carpet ché poi divento volgare, le persone guardano la cerimonia per guardare solo le premiazioni. Cioè, lì una delle domande più grandi non è tanto chi vince il miglior film ma chi lo conduce, e tu mi snobbi la conduzione della Degeneres perché devi vedere le premiazioni del montaggio sonoro? "Eh ma tanto io mica lo capisco, quello che dicono, quindi..."; eh ma allora, porcodio, fai nottata davanti ai porno e vediti le premiazioni su diretta.it, cazzo ne so, che bisogno c'è di stare davanti alla tv a sentir parlare due babbei che sono sicuro non ti traducono neanche quello che dice la conduttrice? Oppure che ti traducono al momento le dichiarazioni dei premiati, cosa che è encomiabile, io non riuscirei mai a farla, ma ti toglie quantomeno il 70-80% dei contenuti, quando sono emotivi come in questo caso. Le cose che non capisci e che si fanno perché cosa non si farebbe per un follower dovuto ad un pedissequo e attento live-tweeting. A margine, questa stessa gente è quella che dice "eh, chissà chi premieranno quest'anno, è molto combattuta, e secondo me Di Caprio stavolta ce la fa, dai!", e il problema è più o meno quello che dicevo prima: gli oscar, in particolari in annate come questa (piena di bei film, eh, molti bellissimi), sono di una scontatezza incredibile per tutta una serie di motivi che in USA sono chiari come il latte mentre noi, solo interessati alla competizione e totalmente incapaci di avere una visione analitica di qualsiasi cosa a meno che non abbiamo una guida brava e capace, non abbiamo idea. "Raga, ma secondo voi chi la vince, Novara-Real Madrid?" Il livello è quello, secondo me. Che vincesse 12 Years a Slave negli USA si sapeva praticamente da settembre, era il favorito assoluto per tutta una serie di motivi che chiunque sappia come ragioni l'accademy può facilmente prevedere (idem dicasi per i premi ad attore protagonista e non). Oppure che magari non sanno che spesso e volentieri i premi sono dati in base a tutta una serie di trattamenti di favore che le case distributrici riservano ai giudici dell'accademy. Che quando lo dico tutti mi guardano manco stessi parlando di scie chimiche. Fatemi capire, seriamente pensate che Frozen sia meglio di un qualsiasi Miyazaki? Seriamente pensate che Benigni fosse il miglior attore in assoluto, quell'anno? O volete sentire il racconto delle decine di orologi da un migliaio di dollari che la Miramax, dominatrice incontrastata della lega, ha dato ai giudici per assicurarsi che il film che hanno proposto loro fosse guardato con più attenzione, diciamo così? Cazzo, sono riusciti a far vincere addirittura degli oscar a Tarantino, che un regista più anti-oscar non esiste nonostante sia di LA.

Adesso posso dire due parole sul film. Cioè, non parlo della trama (LOL?) o di quant'è bella la fotografia o di questo e di quello, frega cazzi e le recensioni così le trovo anche abbastanza pallose e per niente stimolanti.
La grande bellezza è il tipo di film che mi piace da diverso tempo a questa parte. Quelli in cui la storia, quando c'è, passa in secondo o terzo piano. Quei film in cui la cosa importante è il personaggio (o i personaggi, ma è più difficile), in cui anche i dialoghi sono accessori, in cui la cosa che ti intrattiene è il capire questa gente anche se non esiste, anche se è frutto della fantasia di qualcun altro, anche se magari parla poco, non parla proprio o i dialoghi che fanno sono rumore bianco. O magari sono dialoghi che servono, ma nel momento in cui leggi tra le righe. Tipo, in questo caso i dialoghi di Jep comesichiama sono una cosa deliziosa, e sono proprio le cose che dice lui che fanno capire il senso del film. Quelli che dicono che è un film su Roma, o un film che vuole ritrarre il decadimento di qua e il decadimento di là, evidentemente vogliono sembrare capaci di andare oltre chissà quale livello per rimandare tutto ad un messaggio di eventuale critica sociale o chissà che altro (comportamento molto da votanti del PD, poi) senza esserlo. I dialoghi sono belli quando esprimono una cosa ma rimandano a qualcosa che invece non si dice. Io è da qualche post a questa parte che non perdo occasione per lodare l'approccio verso la vita espresso da The Soft Bulletin dei Flaming Lips (e non la perdo neanche questa volta), però non è un approccio alla vita lo si capisce soltanto da un testo più o meno esplicito. Il problema è che è troppo facile bollare come snob tutte le volte che Jep comesichiama sminuisce i comportamenti della scrittrice impegnata di partito o del giovane con le fisse di artista intellettualoide se si perdono per strada tutte le volte (leggi: tipo ogni scena in cui parla con qualcuno) in cui lo stesso Jep comesichiama sminuisce anche i suoi, di comportamenti. E poi bam, via di panorama assurdamente bello o di colosseo illuminato. Ora, io non voglio suggerire il senso del film perché non ne ho né l'intelligenza né la capacità né la voglia né le palle, ma ridurre tutto questo ad una semplice critica allo stato dell'Italia (ma fosse anche allo stato degli intellettuali italiani, eh - "ma lo sai che Proust è il mio scrittore preferito? Ah, anche Ammanniti, eh") mi sembra pigro. Ecco, pigro è la parola giusta. Fermarsi a quello che fa scena per poter dare un giudizio veloce e d'effetto e convincersi che il primo pensiero sia la verità assoluta. Ma dico io, se un disco non lo capisci magari dopo 10 ascolti, come puoi fidarti addirittura di un pensiero dopo una sola volta? Su, dai. Guarda, cito anche il grande Kanye West, "you need to stop actin' lazy".
La grande bellezza è il genere di film che la Coppola ha dimenticato di saper fare, che gli stavano riuscendo tanto bene con Lost in Translation (ok, vabbé, lì c'è Scarlett forse al suo massimo splendore e io non sono obiettivo, avete ragione) e poi ha perso per strada cercando il più possibile rimandi pop e strizzatine d'occhio allo spettatore. Qua Sorrentino vince facile e si rende capace di stare nella stessa frase con The Tree of Life, per quanto sostanzialmente e concettualmente incredibilmente distanti. Non è che non mi piacciano i film "normali", o "tradizionali", è chiaro che i film con grande trama sono bellissimi, ma queste cose più sottovoce e più boh, statiche?, vogliamo chiamarle così anche se non è assolutamente giusto/vero?, mi lasciano molto di più a livello personale. Ecco, per buttarla sulle serie tv - ultimamente molto più viste dei buoni film dai miei coetanei -, è ovvio che Breaking Bad è un capolavoro come ce ne sono pochissimi nella storia, però il viaggio in California di Don Draper mi ha appassionato e commosso molto di più. E chiaramente per appassionare non mi riferisco al fattore ti-faccio-rimanere-incollato-alla-sedia-senza-possibilità-di-staccare-gli-occhi, quello è anche un po' infantile se vogliamo. Oppure è questo il motivo per il quale Miyazaki è così schifosamente superiore a qualsiasi cosa la Disney abbia mai prodotto(accosto due cose che non c'entrano nulla ma che sempre più gente accosta, vai a capire il motivo). Altro esempio, per tornare sugli oscar, è questo il motivo per il quale Her mi è piaciuto molto di più di American Hustle, che pure ho amato fin quasi all'adorazione (e l'ho amato per questo tipo di motivi: ok, la trama di fondo era una cosa fenomenale, ma la cosa che mi ha fatto innamorare è la creazione del rapporto di amicizia - mio gran punto debole -, il rimorso per la fiducia tradita e la voglia di rischiare per rimediare ai propri errori e tutto quanto il resto).
Oh, io ve l'avevo detto che era un post sconclusionato.
Quindi eccovi una foto di Serge Ibaka, del suo amico e di un nero con gli occhiali e pochi capelli.