martedì 24 febbraio 2009

/reality

Chiariamo: per me le dimensioni contano.
Un film, un fumetto, un disco, qualsiasi cazzo di cosa, per quanto mi riguarda, se è breve è un punto in più.
Certo, nei monumenti da 3 ore (film) o da 2 (dischi) c'è di tutto, ci puoi mettere una quantità di idee immensa e svilupparla come dio comanda, assolutamente vero, innegabile.
Ma.
Ci sono talenti che in poco tempo riescono a metterci un fottio di idee, a legarle perfettamente tra loro, a non risultare affrettati o approssimati, e soprattutto, a servire il piatto in maniera impeccabile.
Esempio? Ghost In The Shell è il primo che mi viene in mente. Oppure anche Wallace E Gromitt (anche se qui il discorso è un tantino diverso) o Les Triplettes De Belleville. Sarà un caso che tutti gli esempi appartengano a cartoni animati? Chi lo sa, forse il mezzo offre davvero la libertà assoluta tanto elogiata dagli addetti ai lavori, il cosiddetto "foglio bianco".

Ma tant'è, inutile parlar di fuffa.
Perfect Blue.
Perfect Blue.
Perfect Blue.
PERFECT BLUE, CAZZO.

Appena finito di vedere, quindi commenti a caldissimo, riflessioni a caldissimo.
Ad alcuni ho già detto che è da includere automaticamente tra i 4 migliori film che abbia mai visto. Avventato, certo, ma verissimo. Ci scommetto le palle che tra anni lo metterei comunque.
E' semplicemente un'opera troppo. Il classico "troppo" che quando lo leggi dici: "ma che nervi, troppo cosa????!!!!" Bè, facile a dirsi. Prendete un aggettivo dalla connotazione estremamente positiva. Ci siete? Bene, il troppo si riferisce a quello.

E' semplicemente un'opera troppo estrema. Ma non estrema dal punto di vista della violenza o chissà cos'altro. No, cioè, per quello c'è di peggio, molto di peggio. E' semplicemente un'opera che, se seguita con la dovuta attenzione e serietà, ti mette in uno stato confusionale impossibile da trovare altrove.
Ecco, una sensazione del genere l'ho provata nella sequenza ripetuta di Innocence (per i non addetti, il secondo episodio di Ghost In The Shell, galassie inferiore al primo, ma comunque film eccezionale); la differenza è che lì durava tre scene, qui non ne esci più.
Non so se il paragone potrà risultare banale, scontato, inutile o cosa, però ecco, non riesco a trovare nient'altro che calzi meglio del labirinto o ancora meglio, della matrioska.
Ecco, io ho sempre odiato questi paragoni, erano sempre fatti a sproposito, per cose vagamente insolite che volevano essere pompate per farle vedere alla gente.
Non avevo mai capito quanto questi paragoni potevano essere calzanti prima di questo film.
E' un incubo, ma di quelli brutti, quelli nel quale sei minacciato dal tuo aguzzino faccia a faccia, ti accorgi che è un sogno, ti vuoi svegliare ma niente, quello ti agita la motosega sotto al naso scorciandoti le narici, urli, urli, vuoi svegliarti, non ti svegli manco per il cazzo, e lì e solo lì cominci a disperarti.
Bè, la disperazione è la dimensione di questo film.



Non dico niente, non anticipo nè trama nè niente, è una cosa troppo sconvolgente per essere in qualche modo rivelata. E, consiglio personale, scaricatelo (perchè trovarlo originale è un'impresa) senza aver nè letto nè visto niente, solo così può essere gustato a fondo.
Per dire, il regista è Satoshi Kon, chi ne capisce un minimo sa cosa significhi.
Luci spente.
Chiudete gli occhi.
Dimenticate.
Premete Play.

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