lunedì 2 febbraio 2009

Quis custodiet ipsos custodes?


Tra un paio di mesi tutti saranno in estasi dicendo "che bello Watchmen, mai vista una cosa del genere, Watcmen <3, bla bla bla".


Ma che cos'è Watchmen?
Fondamentalmente delle indagini di un gruppo di supereroi sull'omicidio di un altro supereroe.
Bè, si, sembra una cacata, effettivamente. Cioè, che palle, tutti i supereroi hanno dovuto affrontare morti ben più gravi, L'Uomo Ragno suo zio, Batman i genitori, e l'elenco è bello da finire. Cioè, siamo abbastanza abituati a perdite ben più gravi di un collega-amico, perchè tanto scalpore?
Perchè l'ha scritto Alan Moore, semplicemente.
E quindi è un concentrato, oltre che di genialità (è implicito nel nome), di crudeltà, di realismo, di poesia, di complessità, di morte, di vita, di amore, di perfezione.
Un'indagine, per quanto appassionante e complicata, non potrà mai prendere 350 pagine piene di dialoghi, disegni fondamentali e particolari essenziali.

Il mondo è leggermente diverso da come lo conosciamo, per diversi motivi.
Prima di tutto è ambientato in America nell'ottobre del 1985, quindi un periodo e un luogo a me completamente sconosciuto, o quasi. Però diciamo che si ha un'immagine della situazione, più o meno. Il 1989 è ancora abbastanza lontano, quindi si è ancora in guerra fredda, con tutto quello che la situazione comporta, e si è sotto la presidenza Nixon, con ancora ben stampate in mente le immagini di un J.F.K. assassinato a Dallas.
E poi, soprattutto, il mondo aveva conosciuto e visto da vicino l'avvento di veri supereroi.
Ma non supereroi che si allungano, diventano grossi e verdi, volano o lanciano ragnatele in ogni dove.
No. Non sarebbe possibile. I Supereroi solo tali perchè sono mascherati. Non sono nient'altro che gente comune, magari con qualche anno di palestra alle spalle, che per il suo spiccato senso di giustizia decide che bè, non può stare a guardare mentre la gente viene stuprata per strada, la criminalità cresce e le mafie fanno il cazzo che gli pare. Quindi, per non correre rischi, aiutati magari dalla "letteratura infantile" dell'epoca, ovvero il fondamentale Action Comics (le origini di Superman, quindi), decide di indossare una maschera o un costume per proteggere sè stesso e i suoi cari. E quindi vediamo gente che salta tra i tetti vicini, che combatte i criminali a mani nude perchè tanto è difficile che portino una pistola o che riescano a usarla decentemente. Gente comune. Come ho già detto.
Che, grazie alle sue (super)eroiche gesta, ha dei piccoli fan, che, una volta cresciuti, prendono il loro posto, dopo che i loro maestri hanno deciso di appendere il mantello al chiodo.
E la "seconda generazione" è anche più amata rispetto alla prima, più conosciuta e più rispettata. Solo che non tutto va sempre per il verso giusto, e allora per delle vicissitudini, un pò intestine e un pò dovute ad eventi esterni (ingiustizie o presunte tali nessuno può dirlo. D'altronde, chi vigila sui vigilanti? Who watches the watchmen?), sono costretti "a chiudere battente". Sono fuorilegge. Il Keen Act, legge vera e propria, sancisce che qualsiasi tipo di vigilantes mascherato è illegale.
Ecco quindi i supereroi che tornano alle loro vite, in segreto o meno. Chi scrive articoli di ornitologia, chi gestisce aziende multinazionali, chi lavora in polizia, chi è disoccupato e tira avanti appena, chi nell'esercito. Come ho ripetuto altre volte, gente normale.
Ma un giorno, uno di questi personaggi normali viene assassinato. E brutalmente. Buttato giù dalla finestra del suo appartamente in strada. Il cranio nello stomaco, sangue dappertutto. Il che è strano, se si pensa che comunque quest'uomo era un armadio di muscoli, e nello specifico anche non tanto accondiscendente verso il prossimo.
Penso siamo tutti d'accordo che è motivo d'inquietudine.
Ovviamente non finisce qui. E' un'opera che fa del realismo uno dei suoi maggiori punti di forza, quindi non ci sono solo i supereroi. I supereroi vivono in America, e l'America è uno stato del mondo. E il mondo non è mai in equilibrio, figurarsi con la guerra fredda in corso.
La situazione è tenuta tranquilla grazie al Dr. Manhattan, l'unico supereroe nel vero senso della parola, anche se non ricevuti assolutamente grazie ad un ragno radiattivo, ma ad un semplice errore umano, portato alle estreme conseguenze. Quest'uomo è la chiave dell'equilibrio mondiale, capace di far fronte da solo ad un massivo attacco nucleare, e nelle pagine si capisce perchè. Uomo? Bè, no. Superuomo anche sembra azzardato. Hollis (leggete e saprete chi è) afferma in un'intervista "Dio esiste ed è americano". Ecco, questa definizione sembra abbastanza calzante, al contrario delle precedenti (leggete e capirete perchè).
E cosa succede se questo Dottore viene messo in crisi? E come mai ha lo stesso nome del progetto che fece scomparire due città asiatiche nell'aspè, quand'era? ah, si, 6 agosto 1945? Ecco, questa è la chiave dell'equilibrio planetario. Equilibrio che, per origine stessa della parola, è fragile.
Ed essendo i supereroi gente normale, sono anche influenzati dai loro simili, ovvero la gente normale, e dalle cose che influenzano i loro simili, la gente normale. Ovvero i media, i giornali, la televisione, gli sproloqui di un'edicolante.



L'incipit della storia, se mai dovesse esistere, è da interpretare come un'entrata cruda e diretta, quasi come un parto, nel mondo, quantomai realistico, della dimensione narrativa.
Che ovviamente, in quanto realistico, è molto, troppo più complesso di quanto ci si può immaginare guardando un telegiornale, ascoltando un edicolante (oddio, forse questo no) o leggendo una recensione.
Quindi, senza neanche avere tutti gli elementi per capire, siamo catapultati in un mare di incertezze, possibili teorie del complotto, possibili insensatezze, guadagni economici, testimonianze che possono dare indizi se si sa notarli, concerti, stralci di libri, di giornali, di lettere, di fumetti di pirati.
E a guidarci non è Virgilio, non Beatrice, non Caronte. Nella vita noi non ne abbiamo, di lussi di questo tipo. Ci accompagna nessuno, siamo affibiati a persone dalle dubbie qualità intellettive e morali, dalle dubbie compagnie, ubriacone, paranoiche, malate. Gente normale.



Ma il motivo che rende Watchmen uno dei classici della letteratura mondiale di ogni tempo non è solo la trama, che già da sola basterebbe a fargli una valenza di ineguagliabilità all'interno del panorama fumettistico. Quello che rende Watchmen paragonabili ai più grandi capolavori concepiti dalla mente umana è la struttura, le sottotrame, i particolari, i graffiti, i titoli di giornali. Lette così sembrano solo dei gustosi intermezzi, delle robe messe lì per spezzare la tensione della trama principale. Ma durante la lettura ci si accorge che non solo ci erano già state svelate da altri particolari precedenti, ma che nonostante questo, oltre a non perdere minimamente la capacità d'interessare, si incastrano alla perfezione con la trama che stiamo leggendo, sono tutt'uno con essa, non l'anticipano nè la riassumono, ne sono semplicemente parte. Per cui gli articoli di giornale alla fine di ogni "volume", i diari, gli orologi, le citazioni di canzoni o libri, Le Storie Del Vascello Nero e del suo autore Shea, sono solo pezzi di un puzzle che componiamo senza avere l'illustrazione della scatola, di cui sapremo il risultato solo una volta che saremo arrivati alla fine, mettendo l'ultimo tassello nello spazio incavo tra altri 4.
Un grande puzzle in movimento, che si compone solo dopo essere riusciti a collocare al loro posto, incastrandoli tra loro, riflessioni sulla vita e sull'universo, psicologie deviate o normalissime, intelligenze estreme con intelligenze ignorabili, deliri di potere, guerra e pace, nucleare ed elettrico, terrore di morire, perdita dell'umanità, pirati, infinitamente grande, infinitamente piccolo e infinitamente medio, tradimenti, sessualità, stupri, naufragi, media corrotti, estremismi, razzismo e auto-compiacimento.

In definitiva, non mi è mai capitato di leggere niente che arrivasse a questi livelli di profondità e complessità narrativa nello stesso momento.
E difficilmente una "cosa" di questo livello sarà mai superata. Sarei felicissimo di essere smentito, ma non penso sia possibile.
D'altro canto, per riuscire a cogliere tutti i particolari, tutte le citazioni, tutte le battute satiriche e vagamente naziste, c'è bisogno di molte più riletture sempre più approfondite, visto che qui si mette in discussione praticamente 100 anni di storia del mondo.
Il che non mi sembra affatto roba di tutti i giorni.

Consigli: leggere lontano da tutto e da tutti, immersi completamente.

So che dovrei darvi qualcosa da scaricare, ma il miglior consiglio che vi posso dare è questo. (cliccare)

2 commenti:

  1. m'ero scritto di leggermi questo commento dopo essermi visto il film di watchmen e ne è valsa la pena.
    a breve cercherò di comprarmi il libro/fumetto.

    a.

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