Prima o poi, a furia di continuare a intitolare i post con la classifica di fine anno usando luoghi comune da ultimo dell'anno, finirò senza idee e dovrò trovare una soluzione in corsa e rimarrò nella merda.
Vabbé è inutile che vi dico che quest'anno, con la pandemia, bla bla bla.
Nel 2021 ho visto due concerti, uno più bello dell'altro, quindi non è stato un anno così pessimo. È uscita un casino di bella musica, e ne ho ascoltata una quantità francamente imbarazzante. Ho messo da parte meno soldi di quanto avrei voluto ma d'altro canto tutti abbiamo il nostro modo di fare i conti con il vuoto esistenziale, e il mio è ordinare dischi e fumetti, che purtroppo richiedono dispendio di vile, volgar danaro.
Comunque. Sappiamo tutti perché siamo qui. O meglio, io so perché io sono qui. Che ci state a fare voi, piuttosto? Vi sentite bene? Avete preso le goccine? E siete qui nonostante tutto?
'Mmazza oh. Grazie.
Dai, MEMINOOOO (da leggere ovviamente con la voce di Ezio Greggio che chiama le veline).
Allora, quest'anno proviamo a farla così: la lista di 35 dischi rimane come al solito, poi trovate la playlist con alcuni dei pezzi più belli dell'anno, con un mini elenco di alcune delle canzoni che secondo me meritano un commentino veloce. Meno di un tweet, cercherò di trattenermi.
Dopo i dischi e le canzoni, lascio anche un paio di robe che ho letto che secondo me meritano, perché quest'anno ci sono alcune cose che mi hanno proprio fatto innamorare e, se pure una sola persona dovesse scegliere di leggerne una, io sarei contento.
Partiamo coi dischi, che il tempo è danaro (soprattutto perché sto scrivendo questa introduzione mentre lavoro, quindi il significato della frase è abbastanza letterale).
Disclaimer: l'ordine è abbastanza indicativo, non è che il disco alla trentesima posizione è così tanto peggiore di quello alla ventesima, è solo che nel momento in cui compilo la classifica il disco x mi ha lasciato ricordi migliori del disco y. Ma in linea generale, se sono nella classifica sono comunque bei dischi.
Anche quest'anno, come molti degli anni che nostro signore David Bowie ci manda in terra, c'è una cima della classifica che chiaramente si erge testa e spalle sugli altri. Quest'anno, nello specifico, ci sono i primi due tier che per me sono chiaramente il meglio del meglio dell'anno: il primo tier è composto dalle prime tre posizioni, il secondo dalle posizioni dalla tre alla sette; poi ci sono tutti gli altri, che, chi più chi meno, sono comunque dischi molto belli.
Ci sono chiaramente delle cose che non ci sono, vuoi perché non le ho ascoltate per timore (?), vuoi perché le ho recuperate tardi, magari con le classifiche degli altri, vuoi perché semplicemente non mi interessano. Esempi di queste tre istanze, in ordine: Low, JPEGMAFIA e Black Midi. Ce ne sono altri, ma questi sono tre buoni esempi.
35) Squid - Bright Green FieldVedere la descrizione fatta poco più sotto per il disco dei Black Country, New Road per quanto riguarda l'impatto che ha avuto 'sto disco su di me. Però le differenze ci sono. Per dirla con una sorta di equazione, potremmo dire che Black Country, New Road - complessità + ignoranza = Squid. E non è assolutamente una brutta cosa, anzi. Il tiro che hanno gli Squid i BCNR non lo hanno, però è vero anche che i picchi che hanno i BCNR, gli Squid non li hanno. Uno scambio alla pari. Bravi entrambi.
34) DJ Seinfeld - MirrorsDJ Seinfeld è uno che l'house la sa fare molto bene. Il disco infatti è davvero bello, e mi sembra per certi versi un passo avanti rispetto all'album precedente (mentre è un centinaio di passi avanti rispetto agli ultimi singoli ed EP, che mi hanno fatto cagarissimo). Solo che, a fronte di alcuni momenti azzeccati al 100%, ci sono anche alcuni momenti in cui mi sembra che abbia trovato un'idea, un mood per il disco, e sia andato col pilota automatico. Mancano in alcuni frangenti dei guizzi per tenere l'attenzione sempre alta, mentre purtroppo in certi momenti tendi a perderti. Ché è sempre un pericolo con la house, però ad esempio nel disco precedente e anche nel DJ Kick aveva sfuggito questo pericolo con una finta che manco white chocolate.
33) Nala Sinephro - Space 1.8Già solo l'idea di ascoltare un disco del genere è affascinante. Un disco jazz-ambient? Madonna se sono a bordo, salite pure voi che ci divertiamo. Ed effettivamente ci sono dei momenti pazzeschi in tutte le canzoni (e chiaramente anche l'ultima traccia da 17 minuti ha una parte importante, in tal senso). Solo che ci sono anche dei momenti, probabilmente quelli più da jazz moderno, che mi sembrano un po' rompere l'atmosfera, che sono quasi fuori luogo. Ed è un peccato, perché (per me) se si fossero rifiniti un po' di più quei momenti, questo poteva anche stare una trentina di posizioni più in alto.
32) Black Country, New Road - For the First TimeIl disco è bello eh, don't get me wrong. È solo che trovo che sia stato un attimino esaltato senza essere la lancia che dissipa le nuvole e rende il cielo sereno che sembrava essere. E probabilmente meriterebbe di stare parecchio più in alto, però ogni volta che lo ascolto penso sempre "no dai, avrò capito male io finora, non mi sarà entrato, deve essere una bomba", e puntualmente finisco il disco e penso "cioè non è male eh, anzi, ci sono dei passaggi che sono davvero stupendi, la canzone Sunglasses è spettacolare, però dai, mica è il nuovo Unknown Pleasures o cazzo ne so". E così, a ripetersi.
Giuro che questa è la fine della parte "vorrei ma non posso" della classifica.
31) IOSONOUNCANE - IRAIl problema di questo disco, e sarò banale, è la lunghezza. Il pregio di questo disco, forse meno banale, è la lunghezza.
No comunque, puttanate a parte, è vero: il fatto che sia così lungo è il fattore stesso che permette alle canzoni di respirare, perché è ovvio ed evidente che non si tratta di canzoni pop, che hanno bisogno di crescere e svilupparsi nel loro percorso, ma ho la forte sensazione che un disco di 40, ma anche 50 minuti non avrebbe avuto lo stesso fascino e la stessa atmosfera totalizzante che invece riesce a sviluppare in quasi due ore.
30) Armand Hammer & The Alchemist - HaramUn bel disco, amisci. Con una copertina di merda. Non la guardate. Ma il contenuto è bello. Anche se uno non lo direbbe, vista quella copertina indecente. Veramente orrenda. Ma perché? Almeno quella dei Death Grips non era proprio orripilante a vedersi, ok un pene non è necessariamente quello che vorresti sempre vedere quando stai scorrendo una playlist, ma non è una cosa che disturba più di tanto. Non se confrontata con due cape di porco mozzate. Ma che idea è. Ma cosa fate. Vabbé.
29) Madlib - Sound AncestorsIn teoria potrebbe bastare scrivere il nome di Madlib e via.
Aggiungerò soltanto che mi fa sbiellare la distanza che mette tra gli album veri e propri e le produzioni che fa per gli altri. Un fuoriclasse vero.
28) Vince Staples - Vince StaplesI suoni e il mood che ha scelto di usare sono stupendi, mi fanno davvero impazzire. Solo che non tutte le canzoni sono allo stesso livello, e se fai un disco che dura una ventina di minuti scarsa questa cosa si sente molto di più. Purtroppo è il classico disco che quando finisce rimetti subito su, senza però riuscire a capire con certezza se lo fai perché ne vuoi di più o perché magari non ti ha dato così tanto come speravi (soprattutto alla luce di alcune tracce incendiarie, come la prima).
27) Moin - Moot!Se non ho capito male (ma potrei aver capito male) la batterista dovrebbe essere la stessa del disco dei Tomaga, che fenomena. Ah sì, è originaria barese, cuore mio. Questi Moin direi che fanno... post rock? Boh sì dai, diciamo post rock, e questo disco spacca davvero.
26) Silk Sonic - An Evening With Silk SonicSe avessi detto all'Edo di... cinque?, dieci?, anni fa che un disco del duo di Bruno Mars sarebbe finito nella mia top 25 dell'anno, probabilmente l'Edo di allora avrebbe provato a menarmi. Ho la giustificazione, però: tutto quello che tocca Anderson .paak diventa oro.
25) James Blake - Friends That Break Your HeartPer la mia opinione sul suo disco, potete vedere la descrizione del pezzo nella playlist.
24) Godspeed You! Black Emperor - G_d's Pee AT STATE'S END!Una delle cose che ho sempre amato dei loro dischi è l'organicità. Tutti i loro dischi migliori sono un unico discorso portato avanti in più tracce. Ecco, questo semplicemente non lo è. I pezzi presi singolarmente sono fantastici, ma non creano quell'"esperienza", per usare un termine caro al marketing, in cui invece gli altri dischi ti invischiavano senza scampo per i tuoi poveri sentimenti.
23) Nick Cave & Warren Ellis - CarnageE vabbé, devo pure dire qualcosa? Dai su.
22) Erika de Casier - SensationalL'unica cosa che manca per farle fare un salto enorme dal punto di vista dei numeri è un'etichetta che ci creda, perché questa è una fuoriclasse che può piacere veramente a tutti. Nella playlist ci ho messo Friendly, ma se ascoltate Polite (ma solo per prenderne una a caso, andrebbe bene qualsiasi pezzo) capirete subito che talento che ha questa qua.
21) Lingua Ignota - SINNER GET READYLa sofferenza e il pathos che mette in ogni cosa che fa mi sembrano davvero inumani. Anche a fronte dei tristissimi eventi di cronaca, si sente che le cose che canta sono sentite - purtroppo - e questo non può che fare male. SINNER GET READY non lo trovate tra le prime cinque posizioni solo perché la strumentazione e il modo di interpretarla che ha deciso di usare in questo disco non mi attraggono molto, mentre per esempio il disco precedente per quello è esemplare. Non che sia un brutto disco eh, anzi. Per niente, madonna. Dico solo che, per i miei gusti, poteva forse fare qualcosa di diverso e riuscire a spaccare di più.
20) Andy Stott - Never the Right TimeAnche lui spero non abbia bisogno di presentazioni. Never the Right Time sinceramente non mi ha mai fatto scattare la scintilla che tutti gli altri suoi dischi mi hanno fatto scattare quasi immediatamente. Sulla singola traccia è imbattibile, però nell'insieme questo perde il confronto rispetto agli altri, mi sembra che non riesca a tenerti aggrappato al disco per tutto il tempo.
19) 冥丁 [Meitei] - Kofū II / 古風 IILa descrizione può suonare molto strana: folk-ambient giapponese con alcuni ritmi che potrebbero ricordare beat hip hop. Una roba che potenzialmente mi farebbe cagare sangue acido, ma che non solo non sembra una versione biricchina dei video low-fi hip hop to study to, ma che ha senso di esistere e di essere ascoltata, eccome.
18) Tomaga - Intimate ImmensityBello, originale, variegato, ma soprattutto ipnotico. Ma ipnotico da morire.
17) Greentea Peng - Man MadeIn un altro mondo, questa sarebbe stata la pietra dello scandalo della classifica, perché a ben vedere è un disco sì bello, ma senza grossi picchi, senza quel mordente, senza quell'elemento che lo distingue da altre cose simili che hai ascoltato. Ed è vero, non lo nego. Però quant'è bello. Non avrà picchi, ma il livello medio per me è notevolissimo.
16) Hiatus Kaiyote - Mood ValiantDisco che mi è passato sotto il naso diversi mesi fa (forse in una rubrica su Rumore) ma ero respinto dal nome orrendo della band. Quando poi ho cominciato a vederlo in diverse classifiche mi sono costretto ad ascoltarlo, e raga, per quanto rimango sulle mie che come nome Hiatus Kaiyote sia una merda, il disco spacca di brutto. Sarà che sono tutti bianchi e quindi un po' di riserve le hai, ma un un disco soul di questa caratura non me l'aspettavo proprio. Discone davvero.
15) Genesis Owusu - Smiling With No TeethSincero: all'inizio la gran parte del fascino di questo disco l'ha fatto la voce del tipo, profonda come la fossa delle Marianne, e non ricordo di aver sentito una voce del genere così tanto spesso in un disco... r'n'b?, dai immagino r'n'b. Poi dopo i primissimi ascolti mi sono accorto che ballavo senza accorgermene su praticamente tutti i pezzi, ed effettivamente trovarne uno che non sia catchy as fuck è davvero difficile, devi impegnarti.
14) DayKoda - PHYSISDando delle coordinate approssimative: elettronica glitch con un fortissimo vibe jazz. Potrebbe essere poco appropriata una spiegazione, perché il genere chiaramente mi piace un casino e lui ha uno stile che mi ha sempre preso. Semplicemente questo disco è al pari del precedente, però forse meno "sintetico", passatemi il termine. Quindi mi piace di più. Davvero bello bello. Compratelo se piace anche a voi, che le cose degli artisti meno note vanno sempre sostenute di più.
Compilation, a detta di chi l'ha pubblicata, del miglior jazz sudafricano. Ora, io non lo so se è davvero il miglior jazz sudafricano, però di sicuro è gran jazz.
12) Warren Hampshire - Language of the BirdsPraticamente una fusione tra la meditavità (esiste in italiano 'sta parola? Secondo me no) degli OM e la musica folk. Sembra non centrare un cazzo, però in realtà funziona molto molto meglio di quanto avrei mai potuto immaginare.
11) t0ni - EXIT LIFEOvviamente non è solo perché conosco Thomas e ci andavo ai concerti quando eravamo tutti e due nella stessa città. Mi ha mandato fuori di testa la sintesi che è riuscito a fare della forte influenza di Lollo Senni delle ultime cose sue con dell'ambient intelligente. Per parlare del disco secondo me è utilissimo prendere come esempio la cover dei Blink182 che c'è nel disco: super emotional, familiare, ridotta all'osso fino a lasciare gli elementi fondamentali e poco altro, con un impatto fortissimo. Ah e il disco dura pochissimo. Non fate cazzate, ascoltatelo.
10) Moor Mother - Black Encyclopedia of the AirMi azzarderei quasi a dire che Moor Mother ha finalmente fatto un album hip hop al 100%, se non fosse un'affermazione del tutto ridicola. Di certo c'è che è uno dei tesori che dobbiamo tenerci cari.
9) Space Afrika - Honest LabourTecnicamente ambient, ma anche in questo caso molto poco sintetica e umana. Non so, sarà per gli archi?
8) otay:onii - 冥冥 (Míng Míng)Diciamo che la particolarità è principalmente data dal fatto che la tipa in questione canti spesso in maniera simile a Bjork. Perché poi si potrebbe parlare del fatto che sia di fatto un disco industrial, però il problema è che una cosa del genere da Bjork ce la si aspetta senza neanche sorprendersi. L'inventiva non è la stessa di Bjork (d'altro canto di divinità non ce ne sono molte), però come punto di partenza è decisamente ok.
7) Sault - NINEClassic Sault. Come trattare temi anche crudi usando un tono caldo e quasi rassicurante e consolatorio. Solo come effetto finale, però, perché in realtà il modo che hanno di costruire i pezzi, quindi non solo le melodie, il mood generale delle canzoni, i testi, ma anche e soprattutto come si incastrano tutti questi elementi, ti spinge esattamente nella direzione che vogliono loro. E per quanto la cosa non mi faccia sempre granché piacere, in questo caso è chiaro segno di maestria.
Sfiga, la loro fantastica strategia di marketing prevedeva che il disco fosse online solo per tre mesi e spiccioli. Io me lo sono comprato, ma mo o lo recuperate su Soulseek o su Youtube da canali carbonari.
6) Koreless - AgorGelido, a momenti quasi ostile mentre in altri delicatissimo, per forza di cose spezzettato. L'abilità che hanno i migliori di farti intuire che dietro della musica strumentale senza alcuna capacità narrativa si nasconde qualcosa di concettuale, o quantomeno teorico, mi fa veramente andare giù di testa.
5) Leon Vynehall - Rare, ForeverSenza timore di sbagliare, il suo disco migliore. Ritorna a far ballare in maniera sfacciata, ma senza perdere il gusto per spiazzarti con un breakdown dove in teoria non centrerebbe un cazzo, ma facendoti capire che invece centrava eccome.
4) Marracash - NOI, LORO, GLI ALTRINon nego, e anzi capisco benissimo, le argomentazioni che dicano, forse giustamente, che Persona è migliore di NLGL. Persona è un discone. Però questo mi ha preso di più da subito. È vero che in questo manca un pezzo come quello con Mahmood che c'è in Persona, però per tutto il resto questo qui mi sembra più quadrato, e emozionalmente mi ha colpito molto di più.
Una violenza assolutamente non necessaria, un'oscurità da campagna deserta in una notte senza luna, ed è impossibile uscirne come se fossimo con gli stivali in un mare di fango. The Bug non mi ha mai fatto impazzire, ma non avrei mai pensato che avesse in faretra una cosa di questo tipo. Mi rendo conto possa non essere per tutti, ma è questo il disco heavy dell'anno, altro che metal.
2) Floating Points, Pharoah Sanders & The London Symphony Orchestra - PromisesPoteva tranquillamente stare al primo posto. Un movimento unico di una quarantina di minuti, con un chiaro apice (se l'avete già ascoltato, sapete già quale movimento è - se non l'avete ancora ascoltato, è il Movement 6) ma infiniti momenti di una delicatezza che ti fa quasi sentire amato, per assurdo che possa sembrare leggere una frase del genere; però è vero, certi momenti suonano proprio come degli abbracci. Tutto questo nonostante Pharoah Sanders abbia passato gli 80 anni e generalmente questo non migliora troppo le tue capacità compositive, ma evidentemente i fuoriclasse esistono.
1) Little Simz - Sometimes I Might Be IntrovertUno dei dischi hip hop più belli che abbia mai ascoltato. I pezzi pensati per fomentarti mi fomentano come un dannato, quelli pensati per emozionarti quasi mi portano alle lacrime. Non saprei cosa manca esattamente per definirlo un disco perfetto, ma se mai non dovesse esserlo, saremmo schifosamente vicini.